Sispi ha un nuovo contratto di servizio. Ed è la prima società Partecipata ad averlo nell’era da sindaco di Roberto Lagalla. Il Consiglio Comunale ha varato l’atto proposto dall’assessore Fabrizio Ferrandelli e che riguarda il futuro a lungo termine dell’azienda che si occupa della gestione dei servizi informatici del Comune di Palermo. Il via libera è arrivato nella tarda serata di oggi, al termine di una seduta influenzata dalle vicende che riguardano il destino del bilancio 2022 di Amat.
Il nuovo contratto di servizio è stato approvato a maggioranza dei presenti (il presidente in pectore Giuseppe Mancuso non ha fornito i numeri sull’esito della votazione). Favorevole in modo compatto il centrodestra, anche se con diverse assenze. Astenuti invece gli esponenti di PD, M5S, Progetto Palermo e “Oso”. “Un contratto di quasi 11 milioni di euro l’anno. Un passo importante per affrontare le sfide della transizione digitale che dovrà affrontare la nostra città utilizzando a pieno anche 12 milioni di risorse del PNRR – ha evidenziato Fabrizio Ferrandelli -. Troveranno forma progetti come PagoPa, App IO, la migrazione dei servizi del comune al cloud, la dematerializzazione delle pratiche tributi, attività produttive ed edilizia, notifiche digitali, potenziamento della sicurezza digitale dei dati. Servizi che cambieranno davvero il volto della nostra città”.
Sispi ha un nuovo contratto di servizio
Il nuovo contratto di servizio prevede un corrispettivo di circa 10,2 milioni di euro. Una cifra che l’esponente di “Oso” Ugo Forello ha definito “iniqua” durante la sua dichiarazione di voto. Di diverso avviso è stato il capogruppo della Nuova DC Domenico Bonanno. “Abbiamo fatto il possibile con quello che ci impone il piano di riequilibrio – ha dichiarato -. Questo contratto di servizio approvato in questo modo ci aiuta a tracciare una strada. Garantiamo la stabilità dell’azienda e, di conseguenza, certezze ai lavoratori”.
Atto valido per nove anni
Due i passaggi chiave che hanno contraddistinto i lavori d’aula. Il primo ha riguardato l’approvazione di un emendamento, condiviso da maggioranza ed opposizione (con l’eccezione di “Oso”) con il quale viene estesa la durata del contratto di servizio da sei a nove anni, ovvero l’equivalente di tre piani industriali. Una scelta che il capogruppo di Progetto Palermo Massimo Giaconia ha visto nell’ottica di un “potenziamento della stabilità aziendale nei confronti dei dipendenti e degli istituti di credito, in particolare nell’ottica di un finanziamento da 1,2 milioni di euro richiesto dall’azienda per la nuova sede”.
No alla cancellazione dalla premessa dei precetti del piano di riequilibrio
L’altro ha invece visto il voto contrario di Sala Martorana. No arrivato in particolare sull’eliminazione dalla parte descrittiva della delibera di tutti i riferimenti alle limitazioni al momento imposte dal piano di riequilibrio. Decisione dettata soprattutto dai pareri contrari dei tecnici. Ed è proprio l’accordo con lo Stato, su cui si attende il giudizio della Corte dei Conti, ad aver tenuto banco per buona parte del dibattito d’aula. Niente da fare infatti anche per l’ordine del giorno che impegnava l’Amministrazione a valutare in futuro nuove assunzioni così come previsto dal piano del fabbisogno del personale. Nonostante non fosse un atto vincolante, la proposta è stata infatti respinta a maggioranza.
Tensioni in aula
Una lunga maratona iniziata in tarda mattinata e finita a tarda sera, non senza diversi momenti di tensioni. Dissidi che hanno coinvolto perfino la maggioranza al suo interno. Durante l’intervento del consigliere di Forza Italia Pasquale Terrani, il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo ha alzato i toni del dibattito. Fatto che ha provocato una sospensione lunga diversi minuti ma resasi necessaria per riportare la calma in aula.
Piovono critiche sul futuro di Amat
Ben più roboante è stata però l’incidenza delle voci sul futuro di Amat. E’ ancora in corso infatti il Consiglio d’Amministrazione dell’azienda che con ogni probabilità varerà il tanto atteso bilancio 2022. Documento che, comunque vada, verrà chiuso con un netto passivo. Da valutare l’entità dello stesso, in ragione della riscossione o meno del credito vantato dall’azienda nei confronti della Regione Siciliana in merito agli aiuti stanziati durante l’emergenza covid-19. Ma non è stato il solo motivo del contendere. Molto critico a tal proposito l’intervento dell’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi, la quale non ha risparmiato frecciate ai vertici di Sispi e all’Amministrazione Comunale proprio sui rapporti fra la stessa Sispi ed Amat in merito alla gestione informatica della Ztl e della relativa emissione dei pass. Fatto sul quale sarebbe arrivata oggi una stangata da circa tre milioni di euro per il mancato versamento dell’IVA sui pass zone blu dal 2016 ad oggi. Da capire se quest’ultimo intervento inciderà o meno sul bilancio attualmente al vaglio degli uffici di Amat.
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