Quasi sei milioni e mezzo di euro a disposizione della Sicilia, di cui i soggetti fragili residenti nell’Isola rischiano di non vedere un solo centesimo. A lanciare l’allarme è la segreteria regionale dello Spi Cgil, che ha avviato un’interlocuzione con l’Anci Sicilia al fine di trovare soluzioni condivise per il superamento delle difficoltà.

A inizio febbraio, infatti, è stato pubblicato il decreto che distribuisce le risorse del Fondo per l’assistenza delle persone con disabilità prive del sostegno familiare, il cosiddetto “Dopo di Noi”. Alla Sicilia sono state assegnate risorse per 6.346.740 euro.

La denuncia del sindacato, “I disabili siciliani non vedranno questi fondi”

“Le persone con disabilità, però – è la denuncia della segreteria regionale del sindacato – nella nostra Regione non vedranno, se non con il binocolo, questo finanziamento”.

Cosa prevede la norma

La norma prevede infatti che condizione imprescindibile per ottenere il finanziamento sia l’avere speso e rendicontato almeno il 75% di quanto ricevuto nel 2021. Ma la giunta regionale è talmente indietro sulla tabella di marcia da avere apprezzato soltanto nel giugno scorso la programmazione del Fondo per il biennio 2018/19. Semplificando, per percepire l’annualità 2024 occorrerà avere speso e rendicontato l’annualità 2022. Con l’ultima legge di bilancio, inoltre, è stato introdotto l’obbligo per le Regioni di effettuare il monitoraggio sulle risorse assegnate ai Distretti Socio-Sanitari e se da tale monitoraggio dovessero risultare somme non spese, le stesse andranno restituite allo Stato che provvederà ad incrementare la dotazione finanziaria dei Fondi.

Balistreri, “C’è il rischio di dover restituire le risorse”

Col risultato che le regioni più virtuose potranno percepire più risorse. Come se non bastasse, la rendicontazione viene calcolata su scala regionale, non per singola area sociosanitaria: “Ciò significa che il ritardo di un distretto – spiega la segretaria regionale Maria Concetta Balistreri – influirà negativamente su tutti gli altri e i distretti più grandi”. (Catania, Palermo e Messina da sole dispongono del 32% delle risorse).

“Il rischio che da tempo denunciamo – prosegue Balistreri – è che se non dovessero trovarsi risposte al potenziamento dei distretti socio sanitari, dovremo restituire le risorse al Ministero del Lavoro. Oltre il danno la beffa: non abbiamo i servizi e per questo non avremo le risorse”.

In bilico assunzione di 150 assistenti sociali

Ma oltre agli effetti che i ritardi avranno sui soggetti fragili, è in bilico anche l’assunzione di 150 assistenti sociali, per i quali al momento non è possibile avviare l’iter contrattuale. Lo stesso si ripeterà per gli altri Fondi come al comune di Catania: lo scorso 23 dicembre ha pubblicato un bando (peraltro sospeso il 15 gennaio) per l’individuazione di 4 esperti da impegnare per lo svolgimento di azioni a valere sulle risorse per il contrasto alla povertà del 2018 e in data 20 dicembre 2023 un bando per selezionare 5 esperti sul piano di zona 2020/2022.

“Non si tratta di andare alla ricerca delle responsabilità o assistere ad un indecoroso scaricabarile delle stesse – sottolineano ancora dalla segreteria – ma di sollecitare tutti i soggetti coinvolti, a partire dall’Anci, dalla Regione Siciliana, dai distretti socio sanitari, ad individuare le soluzioni che consentano di recuperare i ritardi che si sono accumulati. Da parte nostra saremo vigili: non possiamo permettere che i soggetti più fragili della società siciliana siano chiamati a pagare i ritardi e le inadempienze della pubblica amministrazione”.