L’Assemblea Regionale Siciliana ha appena bocciato in toto, su proposta di Marianna Caronia ed Eleonora Lo Curto, la proposta di legge per l’applicazione del sorteggio quale metodo di scelta dei Revisori dei conti delle aziende partecipate regionali e degli enti controllati.
Una presa di posizione chiara e senza appello, “che – sottolinea Caronia – salva gli enti controllati dalla totale paralisi cui questa legge li avrebbe costretti visto che (come acclarato da più parti, prime fra tutte la Corte dei Conti e l’Agenzia Anti-corruzione) non si può intervenire con legge regionale in questa materia, che è già regolamentata dal Codice Civile”.
“Questa vicenda – rincara la Presidente del Gruppo Misto – si è già trascinata troppo a lungo, sottraendo tempo ed energie ad altri provvedimenti normativi di cui l’ARS avrebbe potuto occuparsi in modo più utile. Se anche la proposta originaria fosse stata mossa dal nobile intento di garantire trasparenza ed imparzialità, oggi abbiamo sventato il rischio di questo corto circuito normativo che avrebbe portato soltanto alla paralisi enti ed istituti che espletano servizi essenziali ed hanno migliaia di dipendenti”.
“Il collegio è un organo di garanzia che controlla la regolarità contabile e amministrativa degli enti, relaziona sulla conformità del bilancio preventivo e di esercizio e la cui scelta deve passare per criteri altrettanto ancorati a regimi di trasparenza e di competenza. Pertanto, sulla scelta dei revisori dei conti ribadisco come dobbiamo dare un senso alle nostre scelte e lanciare un messaggio edificante ai nostri figli – a dirlo è Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del movimento Cambiamo la Sicilia che prosegue – quei figli che sognano di studiare, specializzarsi, approfondire le loro conoscenze e che tutto si aspettano fuorché divenire biglie da sorteggio in balia della sorte. Mentre alla Regione è necessario potenziare l’azione di controllo, altra questione riguarda il rapporto tra controllante e controllato che coinvolge gli enti locali. L’ultima proposta dei Cinquestelle che fa appello alla normativa nazionale, vuole espropriare il governo regionale circa la sua giurisdizione sulle nomine, prevedendo l’estensione dell’estrazione anche alle partecipate regionali. Tuttavia, questi ignorano che la legge nazionale contempla il ricorso al sorteggio solo per gli enti locali e non prevede estensione alcuna di tale metodologia anche per la Regione. L’idea di estrarre a sorte queste figure di garanzia – conclude – cozza con le aspirazioni profonde della meritocrazia e di chi scommette sulle proprie capacità dopo i tanti sacrifici di una vita”.
Arriva secca la replica dei 5 Stelle: “Ancora una volta la maggioranza dell’Assemblea Regionale Siciliana ha dato prova di immaturità politica e morale. Avevamo proposto una norma che prevede il sorteggio dei revisori dei conti per gli enti regionali. Un sorteggio nell’ambito di un elenco di professionisti con determinati titoli e che desse la possibilità a tutti di poter lavorare senza appartenenza politica. Invece 300 nomine fiduciarie facevano evidentemente troppa gola agli esponenti della maggioranza di questa Regione”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Gianina Ciancio, prima firmataria del disegno di legge. “Il nostro ddl – spiega Ciancio – voleva rendere la nomina dei revisori dei conti, un fatto scientifico, obiettivo. Non un fatto discrezionale per vicinanza o affinità politica. La prassi è stata sino ad oggi proprio quella che a lavorare fossero sempre gli stessi professionisti, aficionados di alcuni politici, mentre altri lavoratori, magari più giovani, rimanessero sempre fuori dal mercato perché senza militanza politica. Si trattava di una norma di buon senso, che avrebbe dato a tutti i professionisti siciliani le stesse opportunità. Se la norma fosse stata approvata, sarebbe stata la prima in Italia di questa portata. Una norma all’avanguardia che avrebbe sancito definitivamente l’importanza dell’indipendenza dell’organo di revisione contabile rispetto alla politica, non solo negli enti locali ma anche negli enti controllati”.
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