La guerra che si sta combattendo in Ucraina, con i sottomarini russi che incombono come minaccia, vede la Sicilia non troppo lontana e la presenza della portaerei “Truman” nei mari del Mediterraneo ne è il segno tangibile. Sarà per ragioni di sicurezza preventive, fatto sta che i mari del Mediterraneo sono pesantemente presidiati. E per farlo è stata scelta non certo una flotta marginale, tutto al contrario. Parliamo di una flotta importante, una delle più potenti al mondo. E ciò significa che dal mondo militare e diplomatico temono che proprio l’area mediterranea sia quella che potenzialmente potrebbe rischiare di più. D’altronde la presenza di sottomarini russi nelle acque del Mediterraneo sono una realtà, e certamente rappresentano oggi, più di ieri, una minaccia.

I numeri della Truman

La Uss “Harry S.Truman” è una portaerei a propulsione nucleare della Us Navy, l’ottava per costruzione della classe Nimitz. È intitolata al 33º presidente degli Stati Uniti, Harry S. Truman. Come le altre portaerei della classe Nimitz, può ospitare a pieno regime fino a 5.650 persone, quindi 3.500 marinai e 2.150 avieri. Può imbarcare fino a 90 velivoli ad ala fissa o rotante, tra cui 4 squadriglie di caccia Hornet, una squadriglia di aerei Prowler per la guerra elettronica, una squadriglia di aerei Grumman Hawkeye con compiti di sorveglianza aerea, alcuni aerei da trasporto logistico Grumman C-2 Greyhound e alcuni elicotteri Seahawk.

Il clima nella nave

All’interno della nave al momento vi è un clima disteso ma c’è la consapevolezza che potrebbe concludersi da un momento all’altro. “Il ruolo di questo gruppo di portaerei – afferma a Repubblica oggi Carlos Del Toro, segretario della Marina degli Stati Uniti d’America, nominato da un anno a capo dei marines statunitensi – è per noi e per tutti i paesi dell’alleanza quello di scoraggiare ulteriori aggressioni da parte della Russia. Noi continueremo a sostenere ad oltranza l’Ucraina e il suo popolo“.

L’allarme siciliano

Che il Mediterraneo, e di conseguenza anche la Sicilia, possa essere comunque un obiettivo dei russi in questa guerra lo aveva già detto nei giorni scorsi il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci. Con i venti di guerra in Ucraina il gasdotto di Mazara del Vallo potrebbe rappresentare un pericolosissimo obiettivo. E’ qui che arriva all’incirca il 30% del gas consumato in tutta Italia. La Russia detiene la stragrande maggioranza di produzione di gas e se i rapporti dovessero ulteriormente incrinarsi con l’Ue le conseguenze potrebbe essere inaspettate, sul piano di potenziali attacchi militari. Ecco perché il gasdotto siciliano è uno degli obiettivi sensibili e, ad oggi, non ha alcuna sorveglianza di forze armate.

 

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