“Oggi più che mai è necessario continuare il confronto con la Fondazione per cercare di trovare un’intesa sulla dotazione organica. Abbiamo deciso di non aderire allo sciopero del 18 luglio scorso, indetto dalle altre sigle sindacali, per una ragione di opportunità politica e in considerazione del fatto che si era avviata una trattativa – tutt’ora aperta – che ha prodotto significativi avanzamenti rispetto alle posizioni iniziali della direzione aziendale”. A dichiararlo è il segretario generale della Slc Cgil Palermo Marcello Cardella, a proposito della stabilizzazione dei 42 lavoratori precari del Teatro Massimo. Nei giorni scorsi è stata trovata un’intesa tra i sindacati e la Regione per le procedure e questo ha permesso di revocare lo sciopero indetto dai lavoratori.

In V commissione Ars “preoccupazioni condivise”

“Adesso, – aggiunge Cardella – anche alla luce delle risultanze scaturite della audizione con la V commissione Cultura dell’Ars,  che ha condiviso le preoccupazione manifestate dalla Slc Cgil, e della proposta di un intervento finanziario  presso l’assessorato competente, che potrà essere vagliato e verificato solo per l’esercizio finanziario 2022 della Regione e non prima, occorre riattivare il tavolo con la Fondazione e in quella sede cercare le condizioni per un reale avanzamento delle proposte in campo”.

L’impegno per stabilizzazione corpo di ballo e precari Fondazione

La Regione ha preso un impegno per aumentare le risorse con un investimento sul personale per la stabilizzazione del corpo di ballo e dei precari della Fondazione. L’impegno preso prevede una riconsiderazione del riparto del Fondo Unico per lo Spettacolo destinato dalla regione alla Fondazione, con un incremento di finanziamenti dal 2022, mentre la direzione si è impegnata ad utilizzare queste risorse già dal 2022 per aumentare la platea dei beneficiari ed in particolare per dare più visibilità contrattuale al corpo di ballo. I sindacati chiedono la conversione del rapporto di lavoro per i 42 precari rimasti fuori dal processo di stabilizzazione che – secondo quanto approvato dal CdI – interesserebbe solo 105 unità, giungendo così come auspicato dalle parti sociali alle 380 unità attualmente in forza alla Fondazione.

 

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