La Regione Siciliana ha “formalmente presentato” la richiesta di audizione davanti a Tar Palermo dopo la decisione del Governo nazionale di impugnare l’ordinanza del presidente Nello Musumeci di chiusura dei centri per migranti nell’isola, poi sospesa cautelativamente, ma “ad un indirizzo telematico errato” e “comunque tardivamente”. Lo afferma l’ufficio stampa della Giustizia amministrativa in merito alle affermazioni del governatore che “ha più volte dichiarato che il Tar Palermo ha deciso ‘senza neppure ascoltare la Regione’, accuse rincarate nel corso della trasmissione condotta da Nicola Porro , Quarta Repubblica del 31 agosto, in cui ha affermato ‘il Tar non ci ha voluti ascoltare… è normale che questo possa avvenire all’interno di una strategia…'”

L’Ufficio stampa della Giustizia amministrativa, in una nota, precisa che “l’audizione delle parti nel giudizio cautelare monocratico non è obbligatoria” e che “la richiesta audizione è stata sì formalmente presentata, ma ad un indirizzo telematico errato, non idoneo alla ricezione degli atti processuali, e comunque tardivamente, sicché, per fatto imputabile alla stessa Regione Siciliana, tale richiesta non è stata tempestivamente acquisita nel fascicolo processuale”.

Nelle motivazioni della sospensione del provvedimento da parte del Tar si leggeva: “Le misure adottate con provvedimento impugnate – si legge nel provvedimento – sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle regioni dalle disposizioni sopra richiamate, laddove, sebbene disposte con la dichiarata finalità di tutela della salutein conseguenza del dilagare dell’epidemia da Covid19 sul territorio regionale, impattano in modo decisivo sull’organizzazione e la gestione del fenomeno migratorio nel territorio italiano, che rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato”.

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