“È una storia vecchia, come le strade siciliane. Chi, per qualunque motivo, è costretto (si, perché si dovrebbe proprio essere forzati a percorrere le strade e autostrade siciliane) a spostarsi in Sicilia deve far i conti con una mobilità a dir poco precaria!”. Lo dice Maria Saeli, del coordinamento regionale Azione Sicilia.

“Non cambia nulla, c’è rassegnazione”

Prosegue Saeli: “E ormai si è anche smesso di lamentarsene, perché tanto, anche se se ne parla, non cambia nulla. Una triste rassegnazione.
Eppure sono decenni che la situazione è la stessa.
La Palermo-Catania ormai è ad una sola corsia, con continui cambi di carreggiata e restringimenti, da anni.
Nel silenzio di tutti, anche di chi ci Governa e la percorre per i propri spostamenti. È mai possibile che non si siano posti degli interrogativi e trovato soluzioni?”.

Strade pericolose e mobilità precaria

E ancora: “In giornate come quelle odierne, di forti piogge, percorrere un qualsiasi tratto diventa non solo un’impresa ma anche molto pericoloso.
E la conseguenza di una mobilità così precaria è non solo l’isolamento di interi territori, ma anche un rallentamento della capacità produttiva con la conseguente difficoltà di attrarre investimenti.
Ecco forse per i nostri Parlamentari in Ars parlare di mobilità e cercare di risolvere i problemi a tanti siciliani dovrebbe essere più prioritario che adeguare i propri stipendi agli aumenti ISTAT.
Dovrebbe, appunto”.

Le strade di Palermo che cadono a pezzi

Le strade siciliane sono in condizioni assai precarie, e questo accade anche nelle città.
Come vi abbiamo raccontato ieri, le strade di Palermo cadono a pezzi. E non è di certo una novità.
Tralasciando le poche arterie stradali rifatte in corrispondenza di grandi eventi, come le due cronometro d’apertura del Giro d’Italia, la gran parte della città aspetta manutenzioni sostanziose da almeno un decennio. Perfino gli interventi straordinari, condotti da Rap, vengono fatti ormai con il contagocce, in attesa che il servizio venga affidato all’esterno. Procedura che, nelle intenzioni dell’Amministrazione, dovrebbe avvenire attraverso la sottoscrizione di un accordo quadro, voluto dal precedente governo dalla città e sostenuto da quello attuale per volontà dell’assessore Salvatore Orlando. Ma se a livello burocratico qualcosa di muove, con la gara d’appalto avviata dall’UREGA, continuano a mancare i soldi necessari a finanziare il progetto.