Confermato, dalla Cassazione, il ‘taglio’ dei risarcimenti per i familiari delle vittime della strage di Ustica – 81 morti sul volo Itavia da Bologna a Palermo del 27 giugno 1980 – così come deciso dalla Corte di Appello di Palermo il sette luglio 2017.
I supremi giudici hanno infatti respinto il ricorso con il quale il Ministero della Difesa e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti chiedevano una ulteriore ‘limatura’ agli importi, non meglio specificati, ma si tratta di alcune decine di milioni di euro. Gli ‘ermellini’ hanno respinto anche la richiesta di alcuni dei parenti delle vittime – non sono infatti tutte rappresentate dagli stessi avvocati – che volevano ripristinare il diritto a ricevere tutti gli indennizzi previsti dalle normative che nel tempo si sono succedute in favore di chi ha perso una persona cara nelle stragi dei ‘misteri d’Italia‘, così come era stato stabilito in primo grado.
Rifiutando di rimettere mano agli importi per diminuirli, la Suprema Corte ha risposto all’Avvocatura dello Stato – che rappresenta i ministeri coinvolti – che “non è ravvisabile nella sentenza” emessa dalla Corte di Palermo “l’errore di diritto dedotto dalle Amministrazioni statali, non avendo la Corte di Appello limitato la detrazione ai soli importi delle rate dell’assegno vitalizio materialmente già corrisposte alla data della decisione, ma avendo esteso la decurtazione dell’intero importo capitalizzato dell’assegno vitalizio, indicando anche il criterio di computo”.
Il verdetto è stato deposito oggi dalla Terza sezione civile della Cassazione, presidente Roberta Vivaldi, relatore Stefano Oliveri, sentenza 19629. In favore di uno dei familiari delle vittime, è stato corretto l’errore materiale della sentenza d’appello che gli aveva attribuito al ribasso la cifra dell’indennizzo, ora praticamente raddoppiata. Una parte dei familiari delle vittime che hanno preso parte al ricorsoè stata difesa dall’avvocato Alfredo Galasso.
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