Nella Giornata della salute nasce la Rete regionale “Comitati per la Salute-Sicilia” che di costituisce grazie a una unione d’intenti tra tutti quei gruppi spontanei, associazioni, comitati che in Sicilia lottano per difendere i presidi sanitari e impedire la chiusura dei loro ospedali o dei loro reparti e, più in generale, per tutelare il diritto alla salute e alla sanità territoriale. “Da anni la sanità siciliana è colpita da continui e ingenti tagli alle strutture ospedaliere presenti sul territorio e ai servizi sanitari – dice una portavoce della Rete dei Comitati per la Salute -. Il disagio è avvertito anche dalle Isole Minori che, per la loro collocazione geografica, risultano in questo scenario zone ulteriormente svantaggiate in un quadro comunque molto compromesso. Le stesse che da quattro anni aspettano l’approvazione della legge speciale sulle isole minori“.

Alcuni casi

A Gela, dove di recente la cittadinanza si è mobilitata contro la chiusura dell’ospedale nel 2022, ancora in pandemia, nei primi di febbraio è stata chiusa la terapia intensiva, assistendo al grave episodio di 7 pazienti trasferiti e successivamente deceduti a Caltanissetta.  L’ospedale di Lentini, inaugurato nel 2011, ha sempre operato al 50% dell’organico, sino a essere recentemente declassato a ospedale di zona. A Lipari – dove una ragazza ha perso la vita due anni fa per carenza di medici – la condizione dell’ospedale rimane la stessa.

Il caso dei punti nascita

Non meno grave la situazione legata ai punti nascita, come nel caso di Pantelleria, con la campagna “Per il mio parto, io non parto” del cui caso si occuparono anche Le Iene; a Mistretta, in cui la chiusura del reparto ha costretto una donna a partorire in autostrada, con la conseguente morte del neonato. Tutto questo nonostante i ricoveri per le complicanze da gravidanza e del parto (18,8%) siano al secondo posto per le donne, dopo quelli cardiocircolatori. A Castelvetrano nel Belice, zona sismica di II^ grado, non solo il Punto nascite e l’intero reparto di Pediatria sono stati trasferiti a Mazara, ma tutti i reparti sono stati declassati da complessi a semplici e chiusure indiscriminate, così le donne sono costrette a percorrere chilometri anche in situazioni gravi e urgenti.

Problemi anche nelle grandi città

“Nelle grandi città la situazione non sembra essere migliore: nonostante il 37,3% degli abitanti dichiari di non trovarsi in buona salute e il 39,1% sia affetto da malattie croniche, rispetto alla popolazione residente nell’isola, il personale dipendente del SSN è pari a 82 unità ogni 10.000 residenti, valore di circa 17 punti inferiore al dato medio italiano, come ci indicano i dati IPS (Indice di Performance Sanitaria) 2020.

Sicilia tra le ultime regioni

La Sicilia risulta terz’ultima tra i sistemi sanitari regionali e questo ha come diretta conseguenza una migrazione sanitaria quantificabile in ben 314 mila ricoveri nelle regioni del nord Italia” continuano. I Comitati in difesa della salute hanno perciò deciso di coalizzarsi per agire con forza verso un obiettivo comune: riappropriarsi del proprio diritto e tutelare la salute pubblica. Su questa prospettiva si fanno promotori nei propri territori di azioni di protesta condivise e simultanee, così come di azioni propositive per rafforzare le relazioni di comunità che soffrono le carenze di questo sistema sanitario malato.