Tentato omicidio a Partinico. Nella notte tra sabato e domenica un ospite di una comunità in contrada Bosco Falconeria ha colpito al volto con un taglierino un altro ospite.
L’aggressore di Palermo di 35 anni ha colpito un uomo di Alcamo di 52 anni. La vittima è stata ferita all’occhio, al volto e alla gola. A dare l’allarme un dipendente della comunità non appena ha sentito le urla della rissa scoppiata tra i due ospiti.
Sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno portato il ferito all’ospedale di Partinico. Qui è stato operato. Non è in pericolo di vita. Il palermitano che ha aggredito l’alcamese è stato portato nel carcere Pagliarelli.
Le indagini sono condotte dagli agenti del commissariato di Partinico.
L’ultimo fatto di sangue spiegato da una indagine in Sicilia
L’ultimo fatto di sangue spiegato da una indagine in Sicilia prima di questo aveva portato a provvedimenti giudiziari una settimana fa. Gli agenti di polizia hanno arrestato, in quel caso, Sebastiano Di Pietro, 31 anni, avolese, che dovrà scontare una condanna pari a 5 anni, 2 mesi e 24 giorni si reclusione per tentato omicidio. L’uomo, difeso dall’avvocato Natale Vaccarisi, che era agli arresti domiciliari e con controllo elettronico, è stato accompagnato nel carcere di Noto dove sconterà la sua pena.
La coltellata all’ex cognato
E’ ritenuto responsabile dell’accoltellamento, avvenuto il 4 giugno del 2020 in prossimità di un ristorante di Avola, ai danni dell’ex cognato con cui aveva avuto una lite. L’imputato, nel corso degli interrogatori successivi all’arresto, ammise i fatti, chiarendo alcuni punti. Riferì che prima di infliggere i fendenti nel locale, dove la vittima stava cenando, sarebbe stato colpito da uno schiaffo dall’ex cognato.
L’interrogatorio in Tribunale dopo l’arresto
Un colpo che lo avrebbe scaraventato sull’asfalto, facendogli perdere anche gli occhiali: a quel punto, sempre secondo la ricostruzione della difesa, Di Pietro, che soffre di miopia, avrebbe afferrato il coltello nella sua disponibilità infliggendo dei fendenti “alla cieca”. Insomma, avrebbe reagito commettendo un errore, come precisò durante l’udienza al palazzo di giustizia di Siracusa davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale.
La fuga dopo la coltellata
Inoltre, il 31enne dopo l’aggressione, come riferì nella sua deposizione, sarebbe scappato in preda dal panico, trovando rifugio nella casa di un familiare per poi disfarsi del coltello che porterebbe sempre con se. Sulle cause della lite, a quanto pare, secondo quanto emerso nell’interrogatorio, ci sarebbero stati degli equivoci, tali da esasperare gli animi anche se lo stesso indagato precisò che i rapporti con l’ex cognato sarebbero stati sempre buoni.
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