Sciopero questa mattina a Palermo in piazza Indipendenza per la vertenza che riguarda la Tim. Il sit-in contro le ipotesi di scorporo della rete, per l’unicità dell’azienda, a difesa della tenuta occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del gruppo, questione che riguarda da vicino anche la Sicilia. “Scioperiamo contro le ipotesi di scorporo della rete e per la tutela dei nostri posti di lavoro – hanno detto Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, e Giuseppe Tumminia, segretario della UilCom Sicilia -. Non accettiamo un piano folle di smembramento, Tim rischierebbe così di scomparire dal panorama nazionale”.

Paura licenziamenti

Secondo la Uil ad essere chiamata in causa l’unica grande azienda di telecomunicazioni e questa decisione porterebbe a drammatiche conseguenze per l’occupazione. “La Sicilia – ne sono convinti Lionti e Tumminia – sarebbe più penalizzata. Ci sono, infatti, zone dove ancora la fibra non è stata raggiunta e poli industriali che non possono decollare perché non hanno le coperture di rete. Con l’arrivo dei fondi del Pnrr si deve puntare allo sviluppo dell’infrastruttura digitale. Senza Tim verrebbero sprecati. Non possiamo perdere questa occasione, dobbiamo portare il nostro Paese fuori dall’arretratezza tecnologica”.

Richiesta di incontro alla Regione

I sindacati di categoria hanno inviato una richiesta di incontro sia al presidente della Regione che al presidente dell’Ars. Da una stima della Cgil tutto l’indotto conta nella sola città di Palermo in totale oltre 4mila lavoratori. Il Ad essere attaccato il governo nazionale accusato di voler rinunciare “per falsi problemi di regolamentazione” a un campione nazionale come Tim, capace non solo di connettere tutti ma di abilitare i cittadini ad accedere senza discriminazione a servizi essenziali ed evoluti, ormai divenuti indispensabili nell’era digitale.

Sfruttare i fondi del Pnrr

Secondo le sigle di categoria in questa vertenza sono da sfruttare i fondi del Pnrr destinati allo sviluppo dell’infrastruttura digitale. Fondi che senza la Tim verrebbero, a detta dei sindacati, sprecati a vantaggio di gruppi imprenditoriali non all’altezza che condannerebbero ancora una volta il Paese all’arretratezza tecnologica.

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