Sono circa 37 mila le donne malate di tumore al seno metastatico, una patologia non guaribile, ma che prevede periodi sempre più lunghi di curabilità.
Se ne è discusso ampiamente venerdì 11 a Palazzo dei Normanni con gli specialisti, le associazioni di volontariato e gli stessi pazienti, nel corso della prima delle tre giornate dedicate all’informazione su questa patologia.
La tre giorni è stata organizzata dalla clinica Maddalena, in partnership con l’Associazione Serena a Palermo onlus, nata nel 2005 secondo gli obiettivi previsti dal movimento “Europa Donna Italia”.
Il cancro al seno metastatico, detto anche carcinoma mammario al quarto stadio, è una patologia che dalla sua sede primaria si diffonde in altre parti del corpo anche distanti, con il rischio di compromettere le funzioni degli organi vitali. Oggi però esistono nuove cure che cercano di impedire la proliferazione ulteriore delle cellule tumorali garantendo un buon controllo della malattia e una buona qualità della vita anche per molti anni.
Agli interventi degli specialisti, Vittorio Gebbia responsabile dell’Oncologia Medica della Maddalena e di Livio Blasi, primario dell‘Oncologia dell’Ospedale Civico, è seguito un interessante talk show che ha visto la partecipazione di tre oncologhe donne, Maria Rosaria Valerio del Policlinico Universitario, Eugenia Baiardi Arrivas della Maddalena e Vita Leonardi dell’Ospedale Civico .
Ha dichiarato il professor Vittorio Gebbia: “La malattia è da attribuire a diversi fattori: ormonali, familiari, genetici, stile di vita, inquinamento ambientale, abitudini alimentari , il cibo che contiene sempre più pesticidi, e quel fattore X a cui non si può attribuire alcuna spiegazione scientifica”.
Lo stesso direttore dell’Unità operativa di Oncologia medica de “La Maddalena” ha sfatato e lanciato l’allarme su alcuni modelli comportamentali legati al cibo: “Non assumere completamente zucchero – ha detto – è una bufala – , bisogna casomai mangiarne in maniera molto oculata”. Sotto accusa anche le patatine fritte in olio bollente che sono ormai diventate una pessima abitudine costante delle nuove generazioni.
A discutere di convivenza con questo tipo di cancro anche Carmela Amato, presidente dell’ associazione Serena a Palermo : “Questa patologia – ha dichiarato – , se ben trattata, può addirittura sparire per lunghi periodi di tempo, le cure oggi cercano di ridurre le masse metastatiche e il percorso dipende da tante varianti, è chiaro che non esistono né pazienti, né tipologie di malattie uguali, dunque – ha aggiunto -, adesso, le donne sopravvivono e convivono con questo tipo di male, nonostante il pregiudizio faccia pensare spesso che si tratti soltanto di una malattia in fase terminale”.
Secondo l’assessore Giovanna Marano “Trent’anni fa questa patologia era praticamente incurabile, e la parola ‘metastasi’ equivaleva a ‘terminale’; mentre oggi, no, ad essa casomai si può assegnare qualcosa che riguarda una semplice ‘cronicità’”.
Secondo Maria Rosaria Valerio, oncologa del Policlinico “Oggi riusciamo ad offrire alle donne affette da queste malattie, terapie innovative, personalizzate, con la possibilità di lunghe sopravvivenze, buona qualità di vita e in certi casi anche importanti remissioni complete. Sono risultati estremamente incoraggianti – ha aggiunto – fino ad alcuni anni fa impensabili, che ci fanno ben sperare e soprattutto ci motivano ad andare avanti con la ricerca per avere cure sempre più efficaci, specifiche al fine di migliorare sempre più l’aspettativa di vita delle pazienti. Il nostro compito – ha proseguito la Valerio – è anche quello di supportare psicologicamente le pazienti, i familiari, ma è anche vero che la nostra mole di lavoro, piuttosto massiccia, ci impedisce spesso, presi dalla fretta, di dedicare il giusto tempo alla comunicazione, e all’ascolto. Credo che sarebbe opportuno organizzare più spesso momenti di riflessione, informazione e confronto come questo, perché sono fondamentali per offrire basilari informazioni al pubblico e servono a noi specialisti per discutere e confrontarci in completa armonia”.
Nel corso del talk show è emersa una domanda che ha molto coinvolto gli specialisti del settore e ovviamente i pazienti che l’hanno formulata: Perché in Sicilia siamo così indietro rispetto al Nord Italia?
La risposta di Gebbia è stata: “Non tutti purtroppo remano nella stessa direzione su quest’Isola, inoltre ci sono pochi investimenti al Sud, molto spesso viviamo di donazioni e le carenze strutturali che al Nord non esistono, qui si fanno sentire”.
Al convegno, tra gli altri, sono intervenuti Leo Filosto, Massimo Leonardo, Preside della Scuola Vittorio Emanuele II e l’Assessore alla Sanità Ruggero Razza, il cui intervento è stato particolarmente apprezzato e condiviso dai medici oncologi sia da un punto di vista umano che programmatico.
La tre giorni dedicata al cancro metastatico alla mammella è proseguita sabato 12 ottobre, protagonista il mondo della scuola. Al liceo classico “Vittorio Emanuele II” in via Simone di Bologna, davanti alla Cattedrale, c’è stato un incontro con studenti e docenti per sensibilizzare anche le nuove generazioni. Subito dopo, insieme agli insegnanti, la sfilata di 400 giovani in magliette bianche con il logo della Giornata del tumore al seno metastatico, lungo via Vittorio Emanuele e via Maqueda, fino a raggiungere la scalinata del Teatro Massimo, seguita dall’incontro istituzionale con il sindaco Leoluca Orlando.
Infine, la manifestazione si è conclusa domenica 13 ottobre alle 16,30, all’ospedale “La Maddalena” dove pazienti e operatori si sono incontrati nell’aula magna per un pomeriggio d’intrattenimento, con momenti di cabaret, proiezioni e degustazioni. In occasione della manifestazione la sera dell’11 ottobre una luce viola ha illuminato il prospetto del Palazzo Reale, mentre il 12 e 13 ottobre è toccato al Palazzo delle Aquile, sede del Municipio, e al Teatro Massimo.
L’evento si è svolto contemporaneamente in 52 città italiane, sedi delle associazioni aderenti ad Europa Donna Italia.
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