Anche l’Unione Sindacale di Base contro i depositi nucleari in Sicilia. Un argomento che sembra mettere tutti d’accordo e che fa crescere il coro di no ai depositi nei 4 luoghi scelti per l’Isola. Lo stato italiano, in sintonia con l’ UE, ha individuato in Sicilia quattro aree per la realizzazione di strutture del deposito nazionale nucleare, nello specifico nei comuni di Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera, zone ad alto impatto ambientale e con forte vocazione agricola. Decisione dello Stato italiano, già presa nel 2015 e tenuta segregata per tutto questo tempo, ufficializzata con la pubblicazione della Carta nazionale aree potenzialmente idonee (Cnapi), e totalmente calata dall’alto, sia sulle istituzioni locali, sia sulle popolazioni.

Secondo l’Unione Sindacale di Base, “questi quattro siti per la realizzazione del Deposito unico dei rifiuti nucleari in Sicilia rappresentano un atto di arroganza e di prevaricazione dello Stato – oltre che di miopia – nei confronti della popolazione siciliana e l’ennesimo sacrificio richiesto alla nostra terra”.

Coro di No ieri all’Ars contro il deposito di scorie radioattive in Sicilia. Protagonisti i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Il coro di no arrivato in commissione Ambiente dell’Ars da parte dei sindaci delle aree chiamate in causa dalla carta delle aree potenzialmente idonee (CNAPI)è una sorta di pietra tombale sull’eventualità di un sito di stoccaggio in Sicilia. Ne sono sicuri i deputati del M5S componenti della commissione Ambiente di Palazzo dei Normanni.

Intanto l’USB SICILIA si mobilita contro le scorie nucleari. “Ci appaiono deboli e contraddittori i criteri fin qui utilizzati da Sogin per la scelte delle aree interessate allo stoccaggio di queste scorie nucleari, aree dove sono concentrati anche siti – come le miniere dismesse – e depositi illegali di rifiuti tossici di varie tipologie. A quanto detto, infatti, aggiungiamo almeno altri due elementi contraddittori: la sismicità dell’Isola e la vocazione produttiva/turistica dei territori selezionati come papabili”.

Intanto l’Ente Parco delle Madonie convoca un Consiglio straordinario per dire no al Nucleare sulle Madonie. Lo ha convocato il presidente Angelo Merlino per oggi a Petralia Sottana. E ieri pomeriggio si è svolto il primo incontro pubblico per costruire la mobilitazione contro il deposito nazionale di rifiuti radioattivi in Sicilia. Cento siciliani in rappresentanza di associazioni, comitati e istituzioni locali si sono collegati alle 16 sulla piattaforma telematica, mentre diverse migliaia hanno potuto seguire la diretta su Facebook.

In molti – soprattutto i membri dei comitati e alcuni tecnici – hanno elencato le ragioni specifiche del No al deposito a Butera, Trapani, Calatafimi-Segesta e nelle Madonie. Fra le tante: l’elevata sismicità dell’isola, la vocazione agricola e turistica dei territori, la vicinanza a Parchi naturalistici o ad aree archeologiche. L’evento si è svolto online a causa delle restrizioni riguardo gli spostamenti all’interno della regione in zona arancione.

“La notizia dell’individuazione di quattro aree in Sicilia idonee alla costruzione del deposito ci pone davanti alla necessità di mobilitarci. L’incontro di ieri è stato un primo momento in cui programmare le prossime mosse. Si è costituito un coordinamento regionale permanente che lavorerà alla costruzione di una manifestazione giorno 6 marzo – data di scadenza delle consultazioni e delle controdeduzioni presentate dalle istituzioni locali e regionali- a Palermo, davanti l’Ars” – dichiara Tiziana Albanese del comitato “Mai depositi radioattivi Madonie.