“Finiamola con questa legislatura farsa. Parlamento e Governo regionali si mostrino all’altezza delle emergenze nelle quali la Sicilia affoga. O se ne vadano e prima di Pasqua si voti”.
È un documento dai toni aspri quello con cui la Cisl Sicilia, oggi, punta il dito contro la classe politica regionale che “si accinge ad archiviare una legislatura senza una riforma degna di questo nome”.
“Alla palude politica preferiremmo il sussulto di dignità dei parlamentari”, si legge nel documento che invita l’Ars a darsi una mossa attraverso “una corsia preferenziale parallela alla sessione di bilancio, che consenta di far fronte subito alle questioni indifferibili: dagli appalti ai rifiuti al Patto per la Sicilia”. L’Isola, dice Mimmo Milazzo segretario della Cisl regionale, è seduta su una bomba a orologeria. E per questo “anche al Governo nazionale, che sabato sarà in Sicilia con il ministro per la Coesione Claudio de Vincenti, chiediamo di alzare la voce con Palazzo d’Orleans”. Perché, scrive la Cisl, “se il governo regionale una maggioranza all’Ars ce l’ha, governi; se non ce l’ha si vada al voto senza attendere l’autunno”.
Gli Urega per un verso i rifiuti per un altro, rileva il sindacato, sono “gli emblemi di una stagione politica fallimentare”.
Riguardo agli appalti, “se l’Ars non approva ora la riforma degli Urega – si legge nella nota Cisl – l’Isola perde i 3,2 miliardi del Patto per la Sicilia che, in gran parte, dovrebbero essere spesi entro quest’anno”.
E “bene ha fatto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone – puntualizza Milazzo – a fissare per martedì, in ogni caso, la discussione sul tema”.
Idem sul fronte della depurazione delle acque . E che, in assenza di impianti per il recupero energetico, la Sicilia è rimasta “l’ultima in Europa” a conferire in discarica gli scarti. Così “nel giro di qualche mese – rimarca il sindacato – e comunque prima della pausa estiva, la Sicilia si ritroverà di fronte a un bivio: l’esplosione delle discariche ormai sature o il trasporto fuori dalla regione, con costi esorbitanti. Insomma, sarà “l’ennesima maleodorante beffa, sulla pelle dei siciliani, di una politica autoreferenziale capace, fin qui, di decidere solo su nomine, elezioni e promozioni”.
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