A decidere sugli arrivi dei turisti in Sicilia “non sarà mai la politica, ma il numero dei contagi, il dato epidemiologico: è lì la cabina di regia”.

Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, al programma Centocittà di Rai Radio Uno. “Se non aumentano i casi positivi al Covid19 – ha aggiunto – abbiamo buone ragioni di aprire dai primi di giugno agli arrivi dalle altre regioni italiane, se anche questo dato, dopo un mese, dovesse essere confortante allora potremmo pensare ad alcune comitive di turisti stranieri, ma adottando tutti gli accorgimenti previsti”.

Per i turisti stranieri Musumeci ha ipotizzato il ricorso a “una sorta di ‘patente di immunità'”. “Si tratta – ha spiegato – di definire con le autorità sanitarie quale può essere il criterio. Ma sono soluzioni assolutamente parziali: il virus continua ad essere presente anche in modo asintomatico, quindi controllare la temperatura corporea a un turista che arriva in Sicilia non dimostra che non sia contagiata”.

Intanto, “nell’attesa che venga trovata una soluzione”, il presidente Musumeci ha ribadito che la sua giunta ha confermato un investimento da circa 70milioni di euro nel turismo e che “sta pensando ad uno autoctono, fatto da siciliani che si muovono da una parte all’altra dell’isola, e parliamo di 2milioni di persone che ogni anno si muovono per fare le vacanze”. Sull’ipotesi di riapertura delle discoteche per l’estate il governatore ha posto dei paletti: “se è un luogo dove ascoltare musica all’aperto, allora siamo pronti a farlo, ma se un luogo in cui mettere in 50 metri quadrati 30-40-50 persone allora diventa veramente difficile”.

“Siamo ancora – ha concluso Musumeci – in emergenza e bisogna capire che a piccole fette possiamo mangiare la torta, ma non tentare di abbuffarci…”.

Sembra proprio che il turismo per il 2020 ce lo potremo dimenticare perchè nessun turista arriverà se deve prima dotarsi di tutta una serie di ‘patenti’. Inevitabilmente saranno privilegiate destinazioni senza restrizioni di questa natura

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