La Procura di Palermo ha chiesto la condanna, complessivamente, a circa un secolo di carcere per dodici persone accusate di aver fatto parte di un’organizzazione criminale che gestiva i viaggi di migranti a bordo di gommoni veloci dalla Tunisia alle coste trapanesi. La banda è stata scoperta a giugno dell’anno scorso dalla Guardia di Finanza che ha ipotizzato che a bordo delle imbarcazioni potessero esserci anche soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni dLi natura jihadista.

Le persone fermate furono 15. Le accuse, a vario titolo, erano di associazione a delinquere transnazionale finalizzata al favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi. L’organizzazione, composta da pericolosi pregiudicati tunisini e complici italiani grazie all’utilizzo di veloci gommoni d’altura condotti da esperti “scafisti”, capaci di percorrere il tragitto anche in meno di 4 ore, ha trasportato in Italia persone in grado di pagare migliaia di euro per la traversata e ha introdotto in Italia sigarette di contrabbando.

In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo ai migranti veniva fornito un vero e proprio servizio “shuttle” fino alle basi logistiche dell’organizzazione, dalle quali chi aveva fatto la traversata – rifocillato e fornito di vestiario – raggiungeva le destinazioni scelte. Dieci anni sono stati chiesti per Ben Cheikh Jabranne e per la compagna Simonetta Sodi, ritenuti ai vertici della banda. Dieci per Ltaief Mongi, 6 anni e 5 mesi per Hamrouni Chiheb, 6 anni per Salvatore Allegra, 6 per Angelo Allegra, 6 per Michele Graffeo, 6 anni e 8 mesi per El Gharib Hamadi, 6 per Ben Massoud Tarek, 7 e 4 mesi per Beltaief Anis, 5 anni e 4 mesi per Giovanni Manguerra e 6 per Pietro Bono.(