Altri 14 positivi al Coronavirus tra i migranti di origine asiatica approdati alcuni giorni fa a Pozzallo.

L’Asp di Ragusa, che sta operando in contatto costante con l’assessorato regionale alla Salute, ha individuato i nuovi contagiati attraverso un preciso protocollo.

I sanitari hanno infatti effettuato un secondo tampone dopo gli undici casi di contagio registrati nei giorni scorsi tra il gruppo di pakistani; questi ultimi sono stati già trasferiti fuori dal territorio siciliano mediante speciali ambulanze attrezzate per il biocontenimento.

I 14 migranti risultati positivi in queste ore si trovano già in isolamento in una struttura individuata dalla Prefettura di Ragusa e presto potrebbero lasciare la Sicilia con le medesime procedure adottate per l’altro gruppo.

“Non abbiamo bloccato alcunché, ma abbiamo soltanto preteso che da parte dello Stato venga fissato un protocollo, d’accordo con la Regione, per gestire questa fase assai difficile. Pensate che dal Viminale si parla di oltre 10mila migranti che potranno sbarcare nelle prossime settimane sulle coste della nostra isola. Ma stiamo scherzando?”.

Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, a Catania, ieri, ha difeso la sua ordinanza di sabato sera dispone esami e quarantena per i migranti prima del loro sbarco sulla terra ferma. “Il problema – ha aggiunto – è salvaguardare la salute dei siciliani e dei migranti, con quest’ultimi che invece, fin’ora, sono stati sballottati da un posto all’altro dell’isola e dell’Italia senza essere stati sottoposti al test sierologico o al tampone. Non è possibile: abbiamo il dovere di stabilire regole, non si può lavorare e vivere con l’improvvisazione. Stiamo gestendo un fenomeno assai complesso: siamo al centro di una pandemia, della quale mi sembra che Roma non ha ancora preso sufficientemente atto.

“La mia ordinanza serve a fissare alcuni criteri. Basta telefonate sotto banco o tacite intese. La Regione Siciliana ha fin’ora approntato tutto quello che avrebbe dovuto approntare lo Stato, e non abbiamo difficoltà a continuare a farlo. Ma lo si faccia alla luce del sole, fissando ‘chi’ deve fare ‘cosa’. Poca arroganza da parte di Roma, e finiamola di trattare la Sicilia come se fosse una colonia” ha concluso il presidente della Regione Siciliana.

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