La Fornace Penna di contrada Pisciotto è ormai ai minimi termini.
Monumento unico nel panorama dell’archeologia industriale, inserito come una perla nella magica costa di Sampieri, frazione marinara di Scicli, ha resistito all’incuria del tempo per quasi un secolo dall’incendio che nel 1924 lo distrusse.
Dopo numerosi tentativi di recupero andati a vuoto, è finalmente scesa in campo la Regione Siciliana, rinfocolando le speranze di chi anela il restauro e la fruizione del bene. Ora, però, il timore è che i meccanismi impietosi della burocrazia potrebbero giungere a decretare la fine della Fornace Penna, non solo per il cospicuo ammontare del fabbisogno finanziario necessario per la tutela, ma anche per i tempi di intervento.
Occorre infatti ricordare che la Fornace appartiene in quota ai numerosi discendenti della famiglia Penna, originari proprietari, e questa circostanza può rendere complessa e lunga la realizzazione delle ipotesi di acquisto o di esproprio.
Legambiente Sicilia e il locale circolo Kiafura di Scicli intervengono scrivendo una lettera all’Assessore regionale ai beni culturali Samonà per indicare la strada seguita nel 2017, quando alle precarie condizioni in cui versava il Teatro Greco di Taormina corrispose la grande mobilitazione che culminò con un illuminato accordo tra il Ministero dell’Interno, la Regione Siciliana e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, organismo dotato di altissime professionalità.
Per quanto riguarda i tempi della burocrazia, aggiunge Legambiente, potrebbero essere ridotti ricorrendo alla facoltà che il Codice dei Beni Culturali e Ambientali concede agli enti preposti alla tutela di agire in sostituzione della proprietà inadempiente.
“Viste le grandi difficoltà di ogni genere – dichiarano Gianfranco Zanna e Alessia Gambuzza, rispettivamente presidente regionale di Legambiente e presidente del circolo Legambiente di Scicli – e il processo di degrado ormai sempre più veloce ai danni di questa struttura unica nel suo genere, vale bene la pena di verificare le possibilità e le condizioni di intervento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e di utilizzare tutti i meccanismi resi disponibili dal Codice dei Beni Culturali e Ambientali al fine di concretizzare un intervento a costi accettabili e nei tempi più brevi”.
Commenta con Facebook