Continua la battaglia legale dei genitori adottivi, residenti nel Ragusano, del piccolo Vittorio Fortunato, che la madre affidataria ha soprannominato Miele per cercare di tutelarlo ulteriormente. Il bimbo sta bene ed è ancora con lei, queste le rassicurazioni degli stessi genitori adottivi contrariamente a quanto era invece trapelato nei giorni scorsi. Si era parlato di un presunto trasferimento del piccolo in una comunità del Nord. Secondo quanto ha potuto accertare la redazione giornalistica di Ragusaoggi mamma e bimbo, che oggi ha tre anni, sono fuori dalla Sicilia. Sono in attesa di sviluppi legali proprio sulla base del loro ricorso d’urgenza in seguito al pronunciamento del giudice che ha stabilito che Miele debba tornare con la mamma biologica. Il piccolo è praticamente da quando ha 16 giorni che è con la sua famiglia adottiva.

Una lotta a colpi di carte bollate

Per i genitori affidatari la scelta del giudice di riaffidare il bimbo alla madre biologica corrisponde ad un secondo abbandono. E questo sarebbe un ulteriore danno per Miele che oggi ha 3 anni e che quindi, più di prima, è in grado di subire e risentire dello shock. Ecco perché mamma e papà adottivi hanno deciso di  intraprendere questa battaglia legale. Oramai quel bimbo lo sentono loro anche se non lo hanno fisicamente messo loro al mondo. Ma si sa che l’affetto e l’amore non hanno un’origine fisica, o per lo meno non solo quella. Una sfera così intima che è davvero complicato riuscire ad addentrarsi, qualsiasi siano i protagonisti della storia.

La lettera

Mamma e papà affidatari hanno scritto una lettera aperta per far conoscere la loro storia raccontare quel che stanno vivendo. Nella missiva i coniugi raccontano quel che stanno vivendo e che hanno pensato quando il giudice si è pronunciato in quel modo: “Immaginandoti solo in casa di estranei, piangere disperatamente dietro la porta d’ingresso, cercando la mamma e il papà senza trovarli, addormentandoti sfinito e soffocato dalle lacrime, credendo di essere stato abbandonato dalla tua famiglia, solo, in balia di un dolore troppo grande, privato dei tuoi affetti, delle tue certezze, del tuo nido caldo e delle braccia che ami tanto stringere”.

“Non puoi essere tu a pagare il prezzo degli errori degli adulti”

C’è un passaggio struggente di questa lettera: “Non sarai tu a pagare il prezzo più alto per errori commessi da adulti… Lo dico prima a noi e poi a tutta l’Italia: non esiste genetica che possa replicare la potenza dell’amore che ci unisce. Sei tutto! Lo stupore e la meraviglia, le risate al parco giochi, sei il visino rosso per la febbre e la vocina che singhiozza: «Mamy, in braccio» mentre rimaniamo incollati giorno e notte finché la temperatura non scende, sei «papi, ancora baci» la mattina appena sveglio e «Mamma, mi sei mancata» quando torni dall’asilo”.

 

Articoli correlati