Dal 6 novembre scorso, è on line una raccolta firme affinché il piccolo Miele non venga strappato dalle braccia dei genitori adottivi. Al momento sono state registrate 20.408 firme a fronte delle 25.000, i genitori del piccolo urlano a gran voce: “Miele verrà tolto dalla nostra famiglia e collocato dalla madre biologica che non lo ha mai visto, né incontrato”. A distanza di 3 anni, a seguito di vicende giudiziarie complesse, il bambino “rischia” di tornare con la madre biologica. Il piccolo al momento della nascita era stato messo in una busta per la spesa e consegnato al padre biologico. Il bambino sarebbe rimasto per due lunghe ore in strada prima che l’uomo mettesse in scena il ritrovamento fino all’arrivo della polizia.

Dopo queste vicende il bambino fu affidato ad una nuova famiglia. i genitori affidatari di Miele, avevano ricevuto dal Tribunale per i minorenni di Catania, l’affidamento pre-adottivo, condizione che nega la possibilità di un riconoscimento tardivo da parte della famiglia biologica. Nonostante ciò,  la corte d’appello di Catania ha revocato lo stato di adottabilità.

La storia del piccolo Miele

La storia di Miele è una storia di incuria e abbandono ma anche di rinascita. Appena partorito in condizioni di estremo pericolo, con il cordone ombelicale non clampato (procedura sanitaria che serve a bloccare il cordone prima di tagliarlo ed evitare emorragie e altri problemi), viene messo all’interno di una busta e abbandonato per strada. Il bambino arriverà in ospedale in fin di vita, con una grave ipodermia e ipoglicemia riuscendo alla fine a sopravvivere. Dopo 16 giorni dalla sua nascita, il tribunale per i minorenni di Catania lo affida alla nuova famiglia che, dopo diverso tempo in lista di attesa per l’adozione, conferma loro, prima lo stato di adottabilità e dopo due mesi l’affidamento pre adottivo, condizione che tutela e avvia la nascita di un nuovo nucleo familiare. Una procedura dalla quale non si torna indietro secondo la legge italiana.

A distanza di tre anni però, tutto cambia. Dopo innumerevoli complessi passaggi giuridici arriva l’annullamento e oggi Miele rischia di tornare fra le braccia della madre biologica, attualmente sotto processo penale per concorso in abbandono di minore. Come stabilito dal decreto, giorno 28/12/23, i servizi sociali sono autorizzati ad avvalersi delle Forze dell’ordine per il ritiro coatto del bambino dalla famiglia non biologica, “nel pieno interesse del minore”.

Lo sfogo dei genitori affidatari: “Ora immaginate un bambino, che ha già subito un rifiuto in grembo e un abbandono cruento alla nascita, essere costretto a lasciare, dall’oggi al domani, tutte le sue certezze, il suo mondo, le braccia sicure e il calore di mamma e papà, unici affetti conosciuti, per essere inserito forzatamente in un contesto in cui tutto è estraneo compresa la persona che dovrebbe iniziare a chiamare “mamma”. -dichiarano- “Non c’è nulla in questa storia che sia nel miglior interesse del bambino”– concludono-.

L’appello

“Ci appelliamo quindi a voi, allo spirito di umanità e protezione che governa anche la Commissione ONU per i diritti del fanciullo. Non vogliamo permettere che io nostro bimbo sia costretto a subire un secondo abbandono, che provocherebbe un trauma indelebile ed irreparabile. Lui conosce una sola mamma e un solo papà: noi, che lo amiamo incondizionatamente così come lui ama follemente noi”.

“Aiutateci a far rispettare la legge che avrebbe dovuto proteggerci”– concludono mamma e papà affidatari di Miele-.

 

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