Indennità di disoccupazione e assegni familiari degli operai agricoli non possono essere “toccati” dall’Inps per il recupero di somme non dovute, pagate in passato dall’ente. Lo ha stabilito il giudice del Lavoro di Ragusa su ricorso d’urgenza presentato da un bracciante ibleo, assistito dalla Uila e dalla sua segretaria territoriale Maria Concetta Di Gregorio tramite l’avvocatessa Vanessa Paradiso. Sulla base di questa pronuncia legale, il segretario generale della Uila Sicilia Nino Marino ha annunciato un’iniziativa unitaria in ogni provincia dell’Isola “per sollecitare assieme a Flai Cgil e Fai Cisl che l’Istituto previdenziale applichi ovunque il principio fissato dal Tribunale di Ragusa e si risparmi così ulteriori contenziosi”.

Il giudice ha accolto le tesi del ricorrente e della Uila, bocciando qualunque trattenuta sugli assegni per il nucleo familiare. Il “recupero crediti”, invece, è ammesso sulla disoccupazione ma solo parzialmente, in misura mai superiore a un quinto del sussidio. L’Inps, che s’è costituita in giudizio, aveva sostenuto la legittimità della prassi della compensazione integrale: “Una scelta infelice e iniqua dell’ente – commenta Nino Marino – che ha creato e ancora crea gravissimi disagi ai lavoratori e ai loro congiunti”.

Per l’organizzazione sindacale, dunque, altro successo sull’Inps. Nei giorni scorsi, infatti, l’Istituto ha disposto in tutta Italia l’inquadramento di migliaia di braccianti come lavoratori agricoli anche se impiegati dalle cosiddette “cooperative senza terra”. Un impulso decisivo a questa soluzione di equità e buon senso era partito proprio dalla Sicilia, con le proteste per il caso della cooperativa “L’Edera” di Biancavilla. A farsene carico era stato lo stesso segretario nazionale della Uila, Stefano Mantegazza, che ha commentato così l’esito positivo della vicenda: “Finalmente sono stati riconosciuti a decine di migliaia di lavoratori i diritti previdenziali negati in numerose situazioni, che hanno portato alla cancellazione di tutele e prestazioni”.