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Si spaccia per un generale della Nazioni Unite in Siria e truffa una donna, la polizia recupera 8 mila euro

Dopo aver conosciuto una donna ragusana su Facebook l’avrebbe convinta di essere un generale della Nazioni Uniti di stanza in Siria con problemi economici. Con un figlio malato, e dopo aver perso, in guerra, moglie ed un altro figlio, la vittima si sarebbe presa a cuore la sua storia e così avrebbe deciso di aiutare quell’ufficiale, a cui avrebbe fatto un versamento da 8300 euro. L’accordo era che quel denaro sarebbe stato restituito al rientro dalla missione.

Era solo una truffa, ben architettata, ma dopo la denuncia della donna, gli agenti della Questura di Ragusa, attraverso le tracce lasciate dai bonifici sono risaliti al conto del falso generale. Sono riusciti a recuperare il denaro della vittima, che ne è entrata in possesso, mentre sono in corso le ricerche per acciuffare l’autore del raggiro.

“La truffa è stata abilmente architettata – spiegano dalla Questura di Ragusa – attraverso il social network Facebook, sul cui profilo della vittima è arrivata una richiesta di amicizia da parte di un fantomatico signore che si è presentato come un generale facente parte delle Nazioni Unite operante in Siria. Da quel momento tra i due è nata una relazione amichevole attraverso messaggi inviati, giornalmente, via e-mail, con i quali quest’ultimo al fine di guadagnarsi la fiducia della donna raccontava la sua quotidianità militare disagiata e l’impossibilità nel luogo di guerra in cui si trovava di fare fronte a necessità economiche urgenti”.

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Secondo la ricostruzione della polizia, la donna avrebbe eseguito due bonifici, il primo da 600, l’altro da 7700 euro ma dopo averne parlato con i figli la vittima si sarebbe convinta  a recarsi in Questura per parlarne.

“Immediatamente i poliziotti, in una corsa – dicono dalla Questura – contro il tempo, si sono attivati e dopo una frenetica serie di accertamenti urgenti sono riusciti a risalire all’identità del titolare del conto corrente sul quale era stata accreditata la somma bloccando per tempo ogni possibilità di prelevarne i fondi”.

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