- Il Pd contrario a negare il richiamo ai furbetti
- La Regione non vuole dare la seconda dose a chi ne ha approfittato
- Il nodo dei vaccini
“Ferma restando la mia posizione di condanna etica, nota a tutti, nei confronti dei cosiddetti furbetti dei vaccini e di chi ha permesso che accadessero quegli episodi bruttissimi di favoritismi a familiari e amici, la decisione del Governo regionale di impedire la somministrazione della seconda dose vaccinale a chi ha già avuto la prima senza averne diritto è un errore”.
Le ragioni del Pd
Lo dichiara Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico, che spiega la sua posizione: “Non vorrei che questa scelta sia funzionale solo a Musumeci e a Razza per coprire le proprie assenze su questo tema. Lo scandalo è scoppiato più di due settimane fa con episodi accaduti in tutta la Sicilia e solo ieri è arrivata la decisione di non somministrare la seconda dose ai non aventi diritto”.
Spreco di vaccini
Secondo il parlamentare regionale del Pd, la decisione del Governo regionale rischia di buttare via dosi di vaccino.
“E’ evidente che su questo tema il presidente – dice il deputato regionale del Pd, Nello Dipasquale – e l’assessore competente non sapevano che pesci pigliare e trovandosi alle strette, dato che i cittadini onesti, giustamente, pretendono risposte da chi governa, hanno optato per questa decisione che, per certi versi, è più grave del problema stesso. Quanto è accaduto è, i responsabili sono già stati giudicati su un piano morale e, presto o tardi, lo saranno anche su un piano giuridico, ma a malincuore devo ammettere che vietare la somministrazione della seconda dose vorrebbe dire davvero buttare decine e decine di dosi di vaccino per persone che, prima o poi, verrebbero vaccinate comunque. Ogni dose è preziosa, così come ogni vaccinato contribuirà nel suo piccolo al raggiungimento dell’immunità di gregge”.
“Provo tanta rabbia per quanto accaduto – conclude Dipasquale – per la ingiustizia di cui alcuni si sono macchiati, ma chiedo al Presidente di rivedere la propria decisione, perché la cura non può essere peggiore del male”.
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