• Lo scandalo a Scicli
  • Furbetti pagheranno le dosi
  • Indagine allargata a Ragusa e Vittoria

Ha assicurato che i furbetti pagheranno le  dosi di vaccino a loro somministrate senza averne diritto. E’ quanto ha detto il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò, in un’intervista al quotidiano la Sicilia, in merito alla vicenda accaduta nelle settimane scorse al centro di vaccinazione di Scicli dove si sono presentate numerose persone, chiamate con il passaparola, pur non essendo negli elenchi dell’azienda sanitaria e su cui c’è un’indagine dei carabinieri dei Nas.

La lista dei furbetti

Nella lista delle persone sottoposte a vaccinazione senza alcun titolo, figurano anche il marito e la figlia di una alta dirigente dell’Azienda, figli e mogli di medici, ma anche ex sindaci, un preside in pensione ed un ingegnere. Aliquò conferma che le vaccinazioni con il “passaparola” non riguardano solo Scicli, ma anche i centri vaccinazioni di Vittoria e Ragusa. “Non mi sono ancora vaccinato, lo farò per ultimo come dovere morale: prima i più fragili, poi tutti gli altri” ha concluso il direttore generale dell’Asp. Al momento sono in corso accertamenti da parte dei Nas che hanno acquisito la documentazione necessaria per ricostruire la vicenda, anche se fino ad ora non vi sono iscrizioni nel registro degli indagati.

Ma l’Azienda sanitaria, quando era scoppiato il caso, nella prima settimana di gennaio, aveva spiegato che “le persone che hanno avuto il vaccino l’hanno fatto per contribuire a utilizzare al più presto le fiale scongelate, che altrimenti sarebbero andate perse, perché alcune persone in lista non si erano presentate”, aveva detto il manager dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò.

La vicenda

La storia era venuta fuori il 5 e 6 gennaio, quando la macchina sanitaria regionale aveva avviato la campagna di vaccinazione al personale sanitario, tesa a somministrare 4 milioni di vaccini entro il agosto, secondo le stime dell’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Il sindaco di Scicli, Enzo Giannone, si era rivolto all’Asp per avere chiarimenti sull’accaduto. Tra i vaccinati, anche un sacerdote, Umberto Bonincontro, ultra ottantenne, che aveva detto di essere stato chiamato per ricevere il vaccino e di aver agito in buona fede.

 

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