Gli agenti del commissariato di Noto hanno bloccato due migranti, entrambi originari del Gambia, che si trovavano in contrada Calabernardo, a Noto. Uno dei due, 24 anni, era destinatario di un provvedimento di espulsione, l’altro, 25 anni, aveva il permesso di soggiorno scaduto ed il suo ricorso, secondo quanto svelato dalle forze dell’ordine, era stato già respinto dal Tribunale di Siracusa.
“Il ventiquattrenne è stato denunciato. Entrambi i gambiani sono stati accompagnati nei locali dell’ufficio immigrazione e muniti di nuovi provvedimenti di espulsione con l’ordine di lasciare il territorio nazionale entro sette giorni” fanno sapere dal commissariato di polizia di Noto.
Nei giorni scorsi, gli agenti di polizia di Augusta hanno eseguito 201 respingimenti nei confronti di altrettanti stranieri che si trovavano a bordo della nave per la quarantena Suprema ormeggiata al porto di Augusta. Nel complesso, sono 861 gli stranieri ma per 381 di loro si è chiuso il periodo di isolamento: quei 201, destinatari della misura emesso dal questore di Siracusa, Gabrielle Ioppolo, sono cosiddetti migranti economici. 134 di loro saranno rimpatriati, per gli altri 67 è stato adottato il provvedimento di lasciare il territorio nazionale.
Per i restanti 181 migranti, richiedenti asilo politico, il prefetto di Siracusa, insieme al Dipartimento libertà civili e delle immigrazioni del ministero dell’Interno, ha disposto che siano trasferite nelle strutture di accoglienza.
Il 12 novembre, invece, la polizia ha arrestato 3 tunisini che si trovano a bordo della nave per la quarantena Azzurra, ormeggiata nel porto di Augusta. Dalle indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa, i nordafricani, sbarcati nei giorni scorsi nel Siracusano insieme ad altri stranieri, erano stati già espulsi dal territorio italiano ma il desiderio di tornare in Europa sarebbe stato troppo grande.
E così, dopo aver pagato un altro biglietto per salire su un barcone sono arrivati in Sicilia e come gli altri sono stati trasferiti sulla nave Azzurra per rispettare il periodo di isolamento, legato ad un possibile contagio da Covid19. Dopo averli identificati, gli agenti di polizia hanno scoperto la loro storia, per cui sono stati arrestati.
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