L’allerta tsunami è cessata a Siracusa, tra le città a rischio dopo il violento terremoto avvenuto in Turchia. Per alcune ore, prima dell’alba, vi sono stati momenti di apprensione non immaginando che conseguenze avrebbe potuto avere il maremoto, atteso alle 6,30 in città.

Chiuse strade e mercati

Il sindaco, Francesco Italia, ha diramato l’allerta rossa tsunami e la Protezione civile, con il suo assessore Enzo Pantano, ha disposto la chiusura delle strade di accesso al mare, tra cui l’importantissima contrada Targia, che lega la città al Petrolchimico, oltre ad essere l’arteria che consente ai mezzi di raggiungere l’autostrada Siracusa-Catania. Le altre zone vietate sono state Stentinello, Porto Piccolo e Porto Grande, Pantanelli, Lido Sacramento, Terrauzza, Fanusa Arenella Ognina Fontane Bianche. Chiusi i mercati, tra cui quello storico di Ortigia e di via Elorina.

Pescatori a casa

“Non siamo usciti con la barca dopo l’allerta tsunami” racconta un pescatore siracusano. Un altro, che aveva preso il mare, ha fatto rientro in rada. Situazione pressoché identiche anche a Portopalo, dove vi è la flotta marinara più numerosa dopo Mazara del Vallo.

“Presidi delle forze dell’ordine” dice il sindaco

“Dalle 4 di stamane ci siamo attivati – ha detto il sindaco di Siracusa, Francesco Italia – per rispondere a questa allerta rossa tsunami che non avevamo mai registrato. Abbiamo allertato la città sull’emergenza e d’accordo con la Prefettura di Siracusa abbiamo disposto dei presidi con la Polizia municipale con le associazioni di Protezione civile e con le forze dell’ordine nelle zone che rientrano nel piano di protezione civile comunale, approvato nel 2019. Tutto è andato bene, l’organizzazione ha funzionato, l’allerta è poi cessata dopo alcune ore”.

Onde basse all’impatto, allarme ridimensionato

“L’altezza di onda anomala misurata in Turchia dopo i violenti terremoti che stanno scuotendo l’area, però, è risultata molto più piccola del previsto e pari a circa 15 centimetri. Tuttavia, i mareografi misurano successive onde, probabilmente causate da ulteriori scosse. Pertanto, l’allarme pur ridimensionato permane”. Lo afferma il direttore generale del Dipartimento regionale Protezione civile (Drpc) siciliano Salvo Cocina, che è in costante contatto con la Protezione civile nazionale a Roma Il Drpc Sicilia, tramite la sala operativa e i dirigenti provinciali, ha attivato il sistema regionale ed è in contatto con le prefetture dell’isola e con i sindaci dei comuni costieri.