• Inseriti nel piano per l’Area di crisi industriale 3 Comuni che erano stati esclusi
  • Sono stati inseriti Lentini, Carlentini e Francofonte
  • L’annuncio dell’assessore alle Attività produttive Turano

“Anche i comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte saranno inclusi nella proposta di area di crisi industriale complessa per il Polo petrolchimico siracusano” Lo annuncia l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano dopo le polemiche dei giorni scorsi alla presentazione del piano che sarà inviato al ministero dello Sviluppo economico per chiedere finanziamenti per il comparto industriale gravitante nel polo petrolchimico di Siracusa.

Lentini strategica per l’idrogeno verde

“Abbiamo approfondito la posizione del Sistema Locale del Lavoro di Lentini – spiega l’assessore Turano – e sono emersi elementi di novità riguardanti soprattutto investimenti per la produzione di idrogeno verde ricadenti nei comuni della zona nord della provincia siracusana. Elementi che sono stati valutati coerenti con i parametri oggettivi per la costruzione della proposta di area di crisi industriale”.

“Con l’inclusione del Sistema Locale del Lavoro di Lentini, che coinvolge anche i comuni di Carlentini e Francofonte,  il dossier sull’area del petrolchimico è definito per l’adozione da parte della giunta regionale che disporrà la trasmissione al Ministero dello Sviluppo economico” conclude Turano.

Il piano

L’obiettivo è di ricevere risorse finanziarie per abbattere i costi delle materie prime per le aziende che operano nel Polo petrolchimico di Siracusa, falcidiato da una crisi economica appesantita dall’emergenza sanitaria.

I costi delle aziende

Nel dossier della Regione sono indicati i fattori di crisi per le imprese, tra cui “l’elevato costo delle materie prime, che  risulta superiore a quello che le imprese in altre aree geografiche devono  sostenere”. Oltre al  costo dell’energia in Sicilia, “nove volte  superiore a quello del Medio Oriente”, c’è anche “il costo del lavoro, (due volte superiore a quello del Medio Oriente) che è anche più elevato rispetto a quello  che sostengono le altre imprese”.

Investimenti da 3 miliardi

Nel documento sono indicati i piani di investimento delle imprese della zona industriale per un ammontare di circa 3 miliardi di euro che hanno come obiettivo “un processo di decarbonizzazione produttiva  affiancato ad un miglioramento dell’efficienza energetica mediante la sostituzione progressiva delle fonti fossili con materie prime rinnovabili”. Secondo il rapporto, la mancanza di aiuti avrebbe “ripercussioni devastanti sui livelli di occupazione, sul sistema di approvvigionamento e sul sistema produttivo”

 

 

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