Ad 83 anni finisce in carcere con la pensatissima accusa di abusi sessuali l’ex arciprete di Augusta Gaetano Incardona. Dovrà scontare una condanna a 5 anni e 3 mesi dopo il pronunciamento della corte d’appello che ha rideterminato la pena secondo quanto aveva stabilito già due anni fa la cassazione nel suo pronunciamento.

Una lunga vicenda

La vicenda giudiziaria ebbe inizio nel 2013, quando ancora Incardona era arciprete della cittadina del siracusano. L’alto prelato fu arrestato all’epoca dai carabinieri, su ordine del Gip che ha accolto la richiesta dell’allora pm di Siracusa Antonio Nicastro. L’indagine era partita dalla denuncia di una fedele di 21 anni, baciata e palpeggiata più volte dal prete nella sacrestia dove la ragazza si recava per confessarsi. Le indagini, hanno evidenziato gli inquirenti, anche alla luce di alcune testimonianze, hanno consentito di riscontrare quanto denunciato dalla vittima.

L’approccio sessuale

Secondo quanto fu raccontato dalla giovane, si era recata in chiesa per confessarsi ma sarebbe stata molestata dal sacerdote il quale, in sagrestia, l’avrebbe palpeggiata e baciata. Anche un’altra parrocchiana raccontò di un “episodio analogo” che le era capitato a tu per tu con l’ex parroco, e il suo racconto è stato ritenuto attendibile ma ormai era troppo tardi per la denuncia.

Le indagini

Dopo la denuncia i carabinieri diedero una telecamera nascosta alla vittima, con l’obiettivo proprio di incastrare il sacerdote di fronte alle sue responsabilità. La ragazza tornò dal parroco nel pomeriggio ed anche in quel caso vi furono degli approcci sessuali. Il video convalidò quindi le accuse della giovane che apparve subito molto scossa da quanto le era accaduto malgrado le sue resistenze.

Le accuse hanno retto

Le indagini e il racconto della vittima produssero delle prove schiaccianti secondo i giudici che in primo e secondo grado condannarono il rpete per gli abusi sessuali. Furono pure contestate le aggravanti di aver commesso le violenze abusando “dei poteri concernenti la funzione di ministro di culto”. Nel corso del dibattimento, cose come agli inquirenti in fase di indagine, don Incardona si è sempre professato innocente.

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