I carabinieri della Compagnia di Noto hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, di 35 e 44 anni, responsabili di una grave aggressione ai danni di un uomo avvenuta in pieno giorno ad Avola.

La brutale aggressione

L’agguato, avvenuto alla presenza di numerosi testimoni, sarebbe nato a seguito di dissidi tra le parti per futili motivi, ed è stato caratterizzato da estrema violenza e brutalità. I due uomini hanno avvicinato la vittima con l’inganno, fingendo cordialità, salvo poi percuoterlo ripetutamente anche mentre giaceva al suolo gravemente ferito.

Le immagini e la denuncia della vittima

La ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Noto, ottenuta incrociando i dati derivanti dall’analisi di alcuni filmati di sorveglianza con la denuncia della vittima, ha consentito di chiarire i contorni del brutale agguato. I due autori del reato, per ragioni di parentela vicini a Crapula, indicato dalla Dda di Catania come il boss di Avola, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria di Siracusa che, concordando con le ipotesi investigative dei Carabinieri, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare che li ha portati in carcere.

“La coraggiosa denuncia della vittima che ha abbattuto il muro di omertà che spesso copre condotte criminali perpetrate da uomini vicini a clan mafiosi e la pronta risposta dei Carabinieri, che in poche ore hanno raccolto importanti fonti di prova messe a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, hanno fornito, attraverso l’arresto dei due autori, la risposta adeguata dello Stato a tutela delle vittime e della collettività” spiegano dal comando dei carabinieri di Siracusa.

Catena di violenza nel Siracusano

Non è il primo episodio di violenza gratuita nel Siracusano. Pochi giorni fa, i carabinieri di Pachino hanno identificato e denunciato i presunti autori del pestaggio ai danni di un migrante, originario del Gambia, che lavora in una gelateria di Marzamemi.

Gli indagati, 4 in tutto, sono accusati di lesioni personali in concorso e secondo la ricostruzione dei militari l’aggressione, avvenuta il 18 ottobre, è stata causata dopo un diverbio per un diritto di precedenza contestato alla vittima che era in sella al suo scooter. Il gambiano è stato costretto a fare ricorso alle cure dei medici mentre il suo datore di lavoro ha assicurato che darà assistenza legale al suo dipendente.