Nuove polemiche sul caso delle collette ad Avola, i soldi che gli assessori della giunta di Luca Cannata hanno versato per finanziare le attività del gruppo politico legato all’allora sindaco ed attuale deputato nazionale di Fratelli d’Italia. Sulla vicenda c’è un’inchiesta della Procura di Siracusa ma il vicepresidente della Commissione bilancio alla Camera dei Deputati ha sempre sostenuto la liceità di quelle dazioni, che, nella sua versione, erano volontarie.
Il fuoco amico
Il parlamentare ha sempre sostenuto la tesi di un’operazione politica per danneggiarlo, parlando di “fuoco amico” ma nell’anticipazione della puntata di Report Cannata, rispondendo alle domande dell’inviata della trasmissione di Rai 3, è stato chiaro, facendo i nomi dei “mandanti” e della ragioni alla base dell’esplosione del caso, connesse alla sua nomina da coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, come raccontato in un articolo di BlogSicilia, poi naufragata.
Cannata, “operazione per fregarmi”
“C’era questa ipotesi – dice Cannata – di essere nominato coordinatore regionale ma è nata questa bomba fatta uscire ad hoc sulle collette: tutta questa operazione è stata fatta su di me per fregarmi e non farmi fare il coordinatore”. Ma chi avrebbe voluto fregarlo? “Beh, diciamo è un fuoco amico… Auteri, l’amico di Auteri” chiosa Cannata.
L’uscita di Messina e Auteri da FdI
Un’allusione al deputato nazionale, Manlio Messina, ex vicepresidente vicario della Camera dei deputati, esponente della cosiddetta corrente turistica di Fratelli d’Italia, di cui faceva parte Carlo Auteri. Entrambi hanno lasciato il partito, Auteri, nei mesi scorsi, è passato nelle file della Democrazia cristiana dell’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro mentre Messina è nel gruppo misto.
Lo scontro romano
Lo scontro in Sicilia ha avuto forti riverberi a Roma, in particolare tra il responsabile dell’organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, difensore di Cannata, e lo stesso Messina a cui sarebbe stato chiesto di prendere le distanze da Auteri dopo gli audio conditi da minacce nei confronti di Ismaele La Vardera, rilanciati nella trasmissione di La 7 Piazza Pulita. Alla fine, dopo la fuoriuscita di Messina e Auteri, le redini del partito in Sicilia sono state affidate ad un commissario, Luca Sbardella.
Auteri, “regolamento di conti contro me e Messina”
“E’ un regolamento di conti nei miei confronti ma soprattutto di un bravo politico come l’onorevole Messina” spiega Auteri nell’anticipazione alla puntata di Report. “Io vengo ammazzato politicamente perché la devono far pagare a sua volta all’onorevole Messina.. che, per anni, è stato accusato, attaccato ed in tutta questa follia l’onorevole Messina non risulta indagato”. Ma su Messina ci sono indicazioni su un suo possibile ritorno, non smentito dallo stesso parlamentare anche se ha dichiarato, come riportato sul Messaggero, che “ad oggi, però, continuano a non esserci le condizioni per un rientro a FdI”.
L’attacco di Messina a Schifani
Il parlamentare nazionale ha fatto parlare di se, pubblicando sulla sua pagina social un post in cui attacca frontalmente il presidente della Regione, Renato Schifani, sostenendo che i buoni risultati dell’economia siciliana sono il frutto del lavoro della precedente amministrazione dell’isola, di cui Messina era parte integrante.
Il timing
Parole che sono incastonate in un periodo molto difficile dei rapporti tra Forza Italia ed i meloniani, legate alla Finanziaria quater ed alla nomina di Salvatore Iacolino alla Pianificazione strategica durante una giunta in cui non c’era alcun esponente di FdI. Chissà che l’uscita di Messina sia una sorta di avvicinamento concreto al partito della Premier, storica amica del deputato nazionale.






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