E’ un tipo di droga, il crack, nato negli Stati Uniti che si è diffuso negli anni 80. Il mercato siracusano è “impazzito” per il crack, come testimoniato da quasi quotidiani sequestri della polizia nelle piazze dello spaccio. In particolare, via Santi Amato, nel popoloso rione di Santa Panagia, si è ritagliato il ruolo di supermercato del crack.

Il sequestro

“Anche nella serata di ieri, gli agenti delle Volanti hanno rinvenuto e sequestrato, in Via Santi Amato, 22 dosi di crack e 6 di cocaina” spiegano dal palazzo della Questura

Perché si chiama così

Per il consumo, vengono utilizzate pipe  di vetro o ricavate spesso da bottiglie di plastica modificate o lattine. Si chiama così per gli scricchiolii che provoca  quando si scalda.

Concepito per cocainomani cronici

“Il crack è stato originariamente – spiegano dalla Comunità di San Patrignano – concepito e sintetizzato per uno scopo ben preciso: era destinato ai cocainomani cronici come sostituto della cocaina, in quanto l’assunzione nasale provocava la distruzione dei tessuti nasali, per cui l’unica modalità di assunzione alternativa era rappresentata dall’inalazione”.

Causa infarto o ictus

Sulla scorta dell’esperienza di San Patrignano, il crack induce dipendenza psichica e può portare a un aumento del numero delle assunzioni, anche dopo i primi tempi di assunzione. Un consumo continuato e prolungato può portare all’alienazione dell’individuo con sintomi simili alla schizofrenia, a una forte aggressività o a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte di solito può sopraggiungere per overdose (bastano 800 mg), per colpo di calore e arresti respiratori e/o cardiaci, nonché per ictus o infarto.

Laboratorio di crack

Non c’è solo il crack di importazione, tra i canali di rifornimento ci sarebbe Catania; in un recente indagine i carabinieri hanno scovato un laboratorio per la produzione di questo tipo di droga. Era ricavato in un appartamento in via Epicarmo, nella zona di corso Gelone.

 

 

 

 

 

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