La scienza ufficiale non si è ancora espressa in maniera univoca, e senza dubbio sono necessari ulteriori verifiche e studi sull’uso terapeutico della cannabis.
A chiedere di potersi curare con la cannabis sono pazienti con patologie anche gravi che l’hanno sperimentata ottenendo maggiori benefici rispetto ad altri farmaci, e con effetti collaterali trascurabili.
Anche in Sicilia sono tantissime le persone che vorrebbero curarsi con la cannabis e che chiedono a gran voce che venga coltivata, sempre per usi terapeutici, nell’Isola.
Un desiderio raccolto dall’associazione “Cannabis Cura Sicilia Social Club“ che ha organizzato, per domani a Siracusa, un convegno – che si svolgerà all’Urban Center di via Nino Bixio – patrocinato dal Comune di Siracusa, dalla regione e dall’Ente di Sviluppo agricolo.
Florinda Vitale, vice presidente del Social Club dichiara al Giornale di Sicilia: “All’evento abbiamo invitato medici, professionisti e avvocati per confrontarci sulla necessità della distribuzione della cannabis ai malati. Ma anche i politici e le forze dell’ordine sono stati contattati, vogliamo fare tutto alla luce del sole”.
La prescrizioni di cannabis a uso medico in Italia vengono rilasciate solo quando le terapie cosiddette convenzionali hanno fallito.
Lo spiega, ancora al Giornale di Sicilia, Alessandro Raudino, presidente dell’associazione e malato di sclerosi multipla.
“Da sette anni – dice – utilizzo la cannabis e ora faccio una vita normale. I sintomi della mia malattia sono addirittura in regressione e sono pure tornato a lavorare come operatore socio-sanitario”.
Raudino coltiva la cannabis in casa violando la legge e dice di farlo per garantirsi “il diritto alla salute”.
L’uomo fornisce anche i dati: se dovesse comprare la cannabis in farmacia, dovrebbe spendere circa 1500 euro al mese per 150 grammi.
Attualmente la cannabis a uso terapeutico è prodotta solo dall’Istituto farmaceutico militare di Firenze che, nel 2020, potrà distribuirne 500 chili alle farmacie. Inoltre possono importare la cannabis dall’Olanda e dal Canada anche gli ospedali con laboratori galenici, ma si tratta di circa 700 chili non sufficienti per soddisfare le necessità dei malati.
“Ecco perché la nostra associazione – conclude Raudino – continuerà a coltivarla ma chiederà a chi partecipa alla disobbedienza di iscriversi a un apposito registro lasciando le proprie generalità”.
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