I carabinieri del comando provinciale di Siracusa hanno tratto in arresto 4 persone, tutte accusate di detenzione di sostanze stupefacenti per fini di spaccio.

I 4 arresti, una donna denunciata

Le misure cautelari hanno interessato Asare Kwasi, 28 anni, ghanese, residente a Palemo;  Pietro Di Mari, 31 anni, Giuseppe Garro, 53 anni, di Floridia, e D.S., 20 anni mentre, una donna di 49 anni di Pachino è stata denunciata per concorso nella detenzione di stupefacente.

Il sequestro di droga

Le perquisizioni hanno permesso di rinvenire e sequestrare, complessivamente, circa 650 grammi di marijuana, 60 di eroina, 17 di hashish e 12 di cocaina, oltre a materiale per il confezionamento e somme verosimile provento dell’attività illecita

Droga e estorsioni, 6 condanne

ei condanne, tre assoluzioni ed una sentenza a non doversi procedere al termine al termine del processo su un traffico di droga ed estorsioni a Siracusa gestito clan siracusano denominato Borgata. Queste le sentenze emesse dal Tribunale di Siracusa: Massimiliano Fazio: 4 anni ed 8 mesi; Attilio Scattamaglia: 4 anni ed 8 mesi; Massimo Schiavone: 4 anni ed 8 mesi; Domenico Curcio: 2 anni; Salvatore Tartaglia: 3 anni ed 8 mesi; Danilo Greco: 7 anni. Assolti Massimo Guarino, Giuseppe Guarino, e Rita Attardo. Non doversi procedere per Alessandro Garofalo.

L’inchiesta della Dda

L’inchiesta dei magistrati della Procura distrettuale di Catania e della polizia comprende il periodo compreso tra il 2009 ed il 2010. Al vertice del sodalizio c’era Giuseppe Curcio, diventato negli anni scorsi collaboratore di giustizia, che avrebbe ricevuto il permesso dalla cosca Bottaro-Attanasio di operare nello storico quartiere di Santa Lucia, svolgendo, in totale autonomia, ogni affare, dalle estorsioni fino al traffico delle sostanze stupefacenti

La gestione

Secondo l’accusa, il pizzo imposto ai commercianti della zona, tra cui bar, un mobilificio ed altre attività economiche, sarebbe servito per finanziare il commercio degli stupefacenti e pagare gli stipendi agli affiliati. Con quel tesoretto, che finiva nelle casse della cosca, Curcio si sarebbe presentato dai fornitori, in particolare il clan Bottaro-Attanasio, per comprare partite di cocaina, hashish o marijuana e poi venderle al dettaglio. Un giro economico da parecchie migliaia di euro che avrebbe trasformato il clan della Borgata in una delle aziende criminali più floride del capoluogo.