Sono due, secondo la commissione parlamentare Antimafia, gli “impresentabili” alle elezioni comunali in programma in Sicilia. Lo riferisce l’AGI che riporta una dichiarazione del presidente della Commissione, Nicola Morra: “Si tratta del candidato sindaco di Mistretta (Messina), Sebastiano Sanzarello, e del candidato consigliere comunale a Pachino (Siracusa), Sebastiano Malandrino”.

L’ex senatore Sanzarello

E’ lunga la carriera politica di Sanzarello, 69 anni, medico,  che nel 2001 venne eletto al Senato, nel collegio di Enna. Durante il mandato parlamentare, conclusosi nel 2006, fece parte della Commissione Igiene e Sanità, della Commissione per le Politiche europee. Alla fine  degli anni 90, ricoprì l’incarico di Assessore regionale alla Sanità ed è anche stato europarlamentare.

L’altro caso a Pachino

Sebastiano Malandrino non è un personaggio noto, non quanto l’ex senatore di Mistretta. E’ in una lista che sostiene la candidata a sindaco Carmela Petralito, in lizza, insieme ad altri 3 candidati per la corsa per diventare il nuovo primo cittadino di Pachino.

Il Comune a sud del Siracusano, famoso per la produzione del ciliegino, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel febbraio del 2019 su decisione del ministero dell’Interno e sulla scorta dell’inchiesta Araba Fenice dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania.

Morra, “si riduce numero di impresentabili”

“A forza di pronunce di incandidabilità il numero dei soggetti che hanno problemi con la legge Severino o il Codice di autoregolamentazione si va riducendo. Evidentemente sta sortendo un effetto terapeutico il lavoro di verifica preciso, scrupoloso, rigoroso portato avanti dalla commissione”. Lo ha detto il presidente della Commissione, Nicola Morra, in merito alla vicenda dei due candidati siciliani.

In merito alla tempistica con cui la commissione indica gli ‘impresentabili’ di turno, Morra ha ribadito “che non è una nostra scelta, le verifiche si fanno su dati che magari arrivano solo il pomeriggio del mercoledì prima del voto e non si può fare diversamente. Senza addebitare colpe a nessuno, i tempi delle pubbliche amministrazioni vanno rispettati”.

 

 

 

 

 

 

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