Gli agenti delle Volanti di Siracusa hanno denunciato per estorsione un minore di 17 anni che avrebbe voluto soldi per la restituzione di uno scooter rubato. E’ accaduto la scorsa notta in via Rodi, nella zona di via Malta, ai piedi del centro storico di Siracusa, quando un giovane, anch’esso 17enne, ha chiesto l’intervento della polizia svelando un tentativo di estorsione.

Furto in Ortigia

Infatti, dalle indagini, si è scoperto che la vittima, poco dopo aver parcheggiato il ciclomotore in prossimità del tempio di Apollo, in Ortigia, non ha più trovato il suo mezzo. A quel punto, ha iniziato la ricerca, recandosi a piedi in direzione di via Malta dove si è imbattuto in un gruppo di ragazzi, tra cui quel 17enne.

La richiesta di denaro

Gli avrebbero chiesto del denaro se avesse voluto il suo scooter: il proprietario ha preso tempo, poi ha deciso di chiamare la sala operativa della Questura che ha inviato sul posto una Volante. “Il pronto intervento di un equipaggio delle Volanti ha consentito di individuare e denunciare per il reato di estorsione un giovane diciassettenne siracusano” spiegano gli agenti delle Volanti, al comando della dirigente, Giulia Guarino.

Scooter non trovato

Lo scooter rubato non è stato ancora  rinvenuto ma “sono in corso ulteriori indagini finalizzate a fare piena luce sulla vicenda relativa al furto del ciclomotore e alla tecnica utilizzata dall’estorsore, meglio nota come “cavallino di ritorno” chiariscono dalla Questura.

Una condanna per estorsione col cavallino di ritorno

Gli agenti della Squadra mobile hanno arrestato Massimo Guarino, 36 anni, siracusano, che dovrà scontare una condanna definitiva pari a 3 anni e 4 mesi di reclusione per estorsione.

Estorsione col cavallino di ritorno

Si tratta di una vicenda piuttosto vecchia, risalente al 2006, all’agosto di quell’anno, come riferiscono dal palazzo della Questura, e dalle informazioni in possesso alla polizia il trentaseienne avrebbe imposto il cosiddetto cavallino di ritorno al proprietario di un mezzo, vittima di un furto. 

Guarino ed il clan Bottaro-Attanasio

Non è la prima volta che Guarino incappa nelle maglie della giustizia, nel 2018 venne condannato, anche in questo caso, in via definitiva, al termine di un processo di mafia, denominato Poker d’Assi. Il trentaseienne rimediò una pena di 4 anni, 4 mesi e ventuno giorni di reclusione per associazione mafiosa e illecita concorrenza o minaccia nell’ambito del settore del noleggio di apparecchi da gioco.