“Il Tribunale del Riesame di Siracusa ha dichiarato l’illegittimità del sequestro delle somme operato dalla Guardia di finanza di Siracusa ai fratelli Barcio nell’ambito dell’inchiesta promossa nei loro confronti”.

E’ quanto affermato dallo studio legale Leone di Siracusa in riferimento all’inchiesta per bancarotta nei confronti della società di gestione dei 4 supermercati del gruppo Gemar, riconducibili alla famiglia Barcio, noti imprenditori della città. Nelle settimane scorse, la Finanza aveva disposto il sequestro di merce e denaro, per oltre 130 mila euro, nella disponibilità di 11 persone.

L’inchiesta

Secondo gli inquirenti, nel corso della procedura fallimentare, sarebbero emerse  “delle condotte distrattive dei soci e dei loro familiari, i quali avevano asportato un ingente quantitativo di merce e denaro contante”.

Accusa e difesa

“L’azione delle Fiamme gialle ha consentito di recuperare merce e denaro che contribuiranno a sanare le pretese dei creditori della società fatta fallire illegalmente” hanno detto i finanzieri del comando provinciale di Siracusa ma i difensori degli indagati, assistiti dagli avvocati Bruno Leone, Antonino Leone e Costantino Vinci, hanno presentato istanza al Riesame di Siracusa.

60 lavoratori senza futuro

La vicenda ha avuto dei riverberi sui 60 lavoratori del gruppo Gemar rimasti senza occupazione e senza soldi.

Senza lavoro e senza stipendi

“Improvvisamente – spiega Alberto Tilotta – ci siamo trovati senza lavoro e soprattutto senza le mensilità. Abbiamo recuperato degli acconti relativi al mese di settembre ma manca il resto, compresa la 14esima. Un bel regalo di Natale, insomma, solo che le scadenze hanno già bussato alle nostre porte. Oltre alle banche, che chiedono il pagamento dei mutui, ci sono le finanziarie e tutte le altre spese per il sostentamento delle nostre famiglie”.

“Siamo in un limbo”

Il futuro per i 60 lavoratori è abbastanza incerto anche perché le strade da percorrere sono tutte insidiose. “Se ci licenziassero – afferma a BlogSicilia Alberto Tilotta – potremmo accedere alla disoccupazione e sarebbe una buona soluzione ma fino ad ora non abbiamo ricevuto alcun segnale”.

“Se, invece, ci licenziassimo noi, con la leva della giusta causa, otterremmo gli ammortizzatori ma ci taglieremmo fuori dalla possibilità di essere assorbiti da un’altra azienda che intendesse farsi avanti e gestire la catena di supermercati”  aggiunge il lavoratore.