“E’ impensabile che per tale irripetibile occasione non siano coinvolti i sindaci, le organizzazioni sindacali, il Terzo settore e le rappresentanze istituzionali e civili del territorio”.

“Coinvolgere sindaci e sindacati”

Lo afferma il segretario della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi, in merito alla pianificazione dei fondi del PNRR, circa 800 milioni, da destinare alla sanità siciliana. Il sindacalista teme che i territori, in questo caso rappresentati dai sindaci e dai sindacati, profondi conoscitori delle emergenze locali, siano lasciati fuori dalla pianificazione.

“Sebbene l’assessore alla Salute abbia dichiarato che quanto già inviato al Ministero – dice Alosi – è solo un atto ricognitivo, entro il 28 febbraio le Regioni devono perfezionare i loro Piani operativi regionali comprensivi delle azioni di piano e delle schede di intervento”.

Fondi come opportunità

“I fondi destinati alla nostra provincia sono una grande opportunità per ridare slancio alla sanità aretusea che certamente merita quantomeno una riorganizzazione. La programmazione di questo auspicato riassetto
deve essere condiviso dalla comunità locale e dalle parti sociali” spiega il segretario della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi.

I pericoli dello spreco di risorse

Secondo il segretario della Cgil Siracusa, “gestire le sorti future della Sanità pubblica attraverso l’enorme quantità di risorse messe a disposizione dal PNRR rischia di sollecitare appetiti, furbizie e fedeltà politiche in grado di neutralizzare la straordinaria opportunità tesa invece a rafforzare il sistema immunitario sociale dei territori”.

La bozza di Razza

L’assessore regionale Ruggero Razza ha già pronta una bozza per il piano che dovrà ridisegnare la sanità siciliana. In ballo ci sono qualcosa come 800 milioni di euro che transiteranno attraverso il Pnrr, il piano nazionale di resilienza che con sé porta una vagonata di soldi. Questo documento sarebbe stato già spedito al governo nazionale. Si parla di qualcosa come circa 200 nuove strutture sanitarie di più piccola dimensione, che in pratica saranno l’alternativa all’ospedalizzazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

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