Un attacco durissimo all’Asp di Siracusa, in relazione alla gestione del sistema sanitario, è stato lanciato dai sindacati, Cgil, Cisl e Uil, dagli ordini dei medici e degli infermieri, dall’Anci Sicilia, dal Pd, da Articolo 1, da Rifondazione comunista, dai movimenti Lealtà e condivisione e Siracusa protagonista che hanno sottoscritto un documento inviato alla Regione ed al prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto. Un atto d’accusa alla direzione dell’azienda sanitaria, guidata da Salvatore Lucio Ficarra, già al centro di altri attacchi nei mesi scorsi sia dei sindacati sia dell’ordine degli infermieri. 

Tra i punti indicati nel documento, la situazione dei posti letto e dei pazienti. “Occorre pubblicare quanto prima il cronoprogramma – si legge nel documento – di aumento dei posti letto in provincia per scenario di gravità. Serve conoscere giorno dopo giorno il numero dei pazienti ricoverati , dei contagiati, dei tamponi diagnostici effettuati giornalmente, dei dimessi, dei pazienti in isolamento domiciliare, dei posti di rianimazione occupati e di quelli ancora disponibili, delle dimissioni precoci di pazienti meno gravi che vanno, poi, seguiti sul territorio, il numero di operatori sanitari impegnati sul territorio attraverso le USCA (e la qualifica degli operatori sanitari impiegati nei covid hospital), il Dipartimento di Prevenzione e il sistema della medicina territoriale”.

Gli autori del documento ritengono che ci siano delle falle in merito alla sicurezza del personale sanitario. “Occorre provvedere – si legge nel documento –  alla più ampia tutela del personale sanitario impegnato riducendo il rischio contagi. Allo stesso tempo, è necessario migliorare sensibilmente la qualità dei tracciamenti, aumentare la quantità di tamponi eseguiti e trovare le soluzioni necessarie per accorciare i tempi di risposta. Il rapporto fra le USCA, i medici di medicina generale e il Dipartimento di prevenzione è estremamente difficoltoso, confuso e a tratti conflittuale. Occorre definire con chiarezza le funzioni delle USCA,  pubblicizzandone i percorsi funzionali”.

E poi c’è la questione dei pazienti non soggetti al Covid19 che rischiano di finire nel dimenticatoio. “Bisogna conoscere -si legge nel documento – e tenere sotto stretta osservazione e controllo la situazione relativa alle attività sanitarie ordinarie, interventi chirurgici, cure indifferibili e visite specialistiche (che già ad ottobre risultano circa il 40% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019) per non compromettere le condizioni di salute dei pazienti no- Covid. I posti letto Covid che sono stati “aggiunti”, in realtà, sono stati sottratti ad altri reparti e ai pazienti no-Covid, con ripercussioni sulla tutela della salute pubblica. Ad oggi segnaliamo una preoccupante emergenza posti letto nei reparti ospedalieri internistici (Pneumologia, Medicina Interna e Malattie Infettive) così come una riduzione significativa dei posti letto in psichiatria (da 45 a 30) dopo la chiusura del relativo reparto presso il nosocomio di Avola”.

Altro nodo è l’assistenza domiciliare per i pazienti no Covid19 come emerso in alcune vicende denunciate.

“Occorre colmare – si legge nel documento-  le lacune del sistema di assistenza domiciliare con riferimento ai pazienti non-covid, ovvero in relazione ai soggetti fragili, non autosufficienti, affetti da malattie croniche, disabili o per i quali sia in genere prevista l’assistenza domiciliare integrata, attraverso un potenziamento delle risorse umane, soprattutto infermieristiche e paramediche”.

I relatori puntano l’indice anche sull’assenza dei cosiddetti Covid Hotel, dove sistemare i pazienti con pochi sintomi per evitare di contagiare i familiari. “Mancano ancora a Siracusa adeguati Covid Center4, (forse Hotel??), in grado di accogliere pazienti individuati e magari dimessi dall’Ospedale con forme di contagio più leggere che non possono essere isolati a domicilio e che vanno protetti ed assistiti. Occorre attrezzarsi subito e in maniera condivisa per il prossimo appuntamento con il vaccino anti Covid”.

Ed infine, la questione del nuovo ospesale. “Occorre attivare una interlocuzione – si legge nel documento permanente con il Prefetto, nominato Commissario Straordinario per la realizzazione del nuovo ospedale, anche attraverso la creazione di un tavolo permanente di confronto che consenta lo snellimento delle procedure attraverso un dialogo interistituzionale”.

I sindacati hanno indicato che tra i firmatari c’è anche l’Anci ma il vice presidente vicario, il sindaco di Avola, Luca Cannata, ha preso le distanze, parlando per conto dell’associazione. “Dopo aver sentito anche il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando – spiega Luca Cannata – l’Anci comunica di non poter approvare e dunque condividere nella sua interezza il documento, in quanto come associazione avevamo già espresso la necessità di modificarne alcune parti e ritenevamo fornire il nostro contributo per un tema tanto delicato, ancor di più oggi, come quello della sanità. Preso atto che tali variazioni da noi considerate fondamentali non sono state apportate – conclude Luca Cannata – non resta che comunicare la mancata condivisione, da parte di Anci Sicilia, del documento sottoposto all’attenzione delle persone in indirizzo confermando comunque per il prosieguo la collaborazione istituzionale”