Con il blocco alle importazioni di petrolio russo deciso dal presidente degli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, si acuisce la guerra economica e commerciale contro la Russia. Oltre all’embargo dei due paesi anglosassoni, c’è quello di molti intermediatori che hanno deciso di non comprare greggio proveniente da aziende russe, temendo gli effetti delle sanzioni.
“I miei trader non prendono più petrolio russo dall’inizio della crisi” ha detto l’amministratore delegato di TotalEnergies, Patrick Pouyanné, intervenendo a un convegno negli Stati Uniti, come riportato dall’AGI.
No embargo UE al petrolio russo e il caso Lukoil
E la mossa di Biden ne è la prova ma per i colossi russi del petrolio c’è ancora la porta europea. Ed a questa guarderebbe anche la Lukoil, che nel Petrolchimico di Siracusa, possiede due raffinerie e fornisce un contributo non indifferente all’approvvigionamento italiano. L’Ue, infatti, non ha ancora disposto sanzioni alla Russia, del resto è uno dei principali fornitori di petrolio e gas ed un partner commerciale fondamentale.
Il volume di affari di Lukoil
Ma dove vende Lukoil? E con chi fa affari? Secondo quanto evidenziato dal sito del colosso russo, “circa il 90% dell’intera produzione della raffineria è venduto via mare tramite LITASCO SA (consociata del Gruppo LUKOIL).
Il coinvolgimento di Eni ed Erg
Nel Petrolchimico di Siracusa, non c’è solo la Lukoil, anzi l’azienda è interconnessa con altri grandi gruppi, tra cui l’Eni.
“Un minore volume di prodotti – si legge nel sito di Lukoil – è venduto tramite il carico via terra, gestito da LUKOIL Italia. Altre vendite minori di prodotti, trasferiti via mare o attraverso oleodotti, sono effettuate verso società limitrofe ad ISAB (Versalis, ERG Power Generation, Air Liquide)”.
Conseguenze devastanti per Petrolchimico e Sicilia
Se, però, l’economia attorno al petrolio russo dovesse paralizzarsi, le conseguenze per il Petrolchimico siracusano e per l’economia siciliana, il cui Pil è influenzato dalla raffinazione, sarebbero devastanti. Lukoil sarebbe costretta ad un certo punto a sloggiare ed a cascata le ripercussioni ricadrebbero sulle altre aziende, innescando un effetto domino senza precedenti.
Ieri sito Lukoil bloccato
Ieri, per qualche ora, è rimasto bloccato il sito della Lukoil. La paralisi del sito sarebbe da addebitare ad un “problema tecnico” come spiega a BlogSicilia il vicepresidente delle raffinerie Isab, Claudio Geraci.
Il blocco americano incide poco
In effetti, il blocco americano al petrolio russo incide pochissimo, visto che gli Usa ne importano solo il 3 per cento, per cui si tratta di una mossa dai contorni strettamente commerciali. Secondo quanto riportato dagli analisti interpellati dal Financial Time e riportato dall’AGI, “ciò che non viene venduto negli Stati Uniti o nel Regno Unito può essere spedito altrove”.
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