E’ saltata l’udienza al tribunale di Pisa dove il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio tre militari della Folgore,  Andrea Antico, l’unico ancora in servizio e gli ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara accusati di omicidio volontario in concorso per la morte di Emanuele Scieri, il siracusano che venne trovato senza vita nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto del 1999 dopo essere caduto da una torre di prosciugamento dei paracadute. Gli altri 2 indagati l’ex aiutante maggiore Salvatore Romondia e l’ex comandante della Folgore di allora, Enrico Celentano rispondono invece di favoreggiamento.

A causa della malattia del giudice, l’udienza è stata rinviata al 15 febbraio ma sono state fissate altre due udienze,  al primo ed all’8 marzo.

Venerdì, invece, si terrà un’altra udienza davanti al gup del Tribunale militare Francesca Frattarolo. In questo procedimento sono indagati per violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso Andrea Antico, 41 anni, Alessandro Panella, 41 anni, e Luigi Zabara, 43 anni. Il gup del tribunale militare di Roma ha già ribadito che il ministero della Difesa dovrà comparire come responsabile civile. Ma sarà affrontato il tema della competenza tra la Procura ordinaria di Pisa e quella militare di Roma.

Alessandro Panella fu anche arrestato nell’estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perchè gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva. I tre indagati, si legge nel provvedimento della procura generale militare di Roma (il pg Marco De Paolis, lo scorso autunno, aveva deciso di avocare a sé l’inchiesta), “agendo in concorso tra loro e per cause non estranee al servizio e alla disciplina militare, cagionavano con crudeltà la morte dell’inferiore in grado Allievo-paracadutista Emanuele Scieri” e ciò con le “aggravanti del grado rivestito, dell’aver agito con crudeltà e profittando dell’orario notturno”, “trasgredendo più volte il Regolamento di disciplina militare che erano tenuti ad osservare”, nonchè “qualificandosi, nei confronti dell’allievo-paracadutista, come suoi superiori in grado, effettivi allo stesso reparto di addestramento reclute ed esercitando, con abuso di autorità e modalità illecite, i doveri del superiore”.