“Bene le sanzioni, ma serve un  nuovo Recovery per sostenere famiglie e imprese”. Lo ha detto il  coordinatore nazionale di Fi, Antonio Tajani parlando con i  cronisti a margine del Congresso del Ppe. Tajani ha fatto  riferimento alla raffineria Isab di Priolo, in Sicilia, che  lavora solo petrolio russo.

Italia penalizzata per Tajani

E con lo stop all’import entro otto  mesi, ora rischia di chiudere lasciando a casa migliaia di  dipendenti. “Non si può dire armiamoci e partite. Grandi Paesi industrializzati come Italia e Germania ma anche la Polonia sono  i primi a subire gli effetti delle sanzioni”, ha spiegato.

Turano attacca UE

“Risulta francamente incomprensibile la mancata richiesta da parte del governo italiano di inserire la raffineria di Priolo tra le deroghe previste nel nuovo pacchetto di sanzioni sul petrolio russo. Siamo davanti ad una abnorme disparità di trattamento che danneggia la Sicilia”. Lo afferma l’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana Mimmo Turano commentando le decisioni del Consiglio europeo sullo stop al greggio russo via mare che scatterà il prossimo febbraio.

Il caso Bulgaria

Stamane il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, ha rimarcato la disparità di trattamento, in quanto a Ungheria e Bulgaria è stata concessa deroga per le importazioni di petrolio russo. Un concetto sposato da Turano.

“Le raffinerie di Priolo come quelle di Burgas in Bulgaria vengono approvvigionate con greggio russo, ma soltanto quest’ultima ha ottenuto il permesso di continuare ad acquistare petrolio dalla Russia fino al 2024”

“E’ evidente – continua l’assessore – la disparità di trattamento nei confronti della Sicilia, soprattutto se consideriamo che in sede di Consiglio europeo sono state concesse deroghe anche a Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia con l’esclusione dell’oleodotto Druzhba dal sesto pacchetto di sanzioni Ue”.

“La raffineria di Priolo si approvvigiona al 100 per cento di petrolio russo da quando il sistema creditizio le ha voltato le spalle. Mi aspetto, a meno che il governo non riesca a strappare una deroga in extremis – conclude Turano – che l’esecutivo nazionale individui un percorso per salvare il petrolchimico siracusano e i suoi oltre diecimila lavoratori”.

Pd Siracusa verso la mobilitazione

Preoccupazione è stata espressa dal Pd Siracusa: in particolare Salvo Baio e Mario Blancato sostengono che “dopo le ultime sanzioni decise dal Consiglio europeo, il quadro è cambiato drammaticamente, in quanto da gennaio del prossimo anno scatterà l’embargo via mare del petrolio russo e la Lukoil resterà a secco e rischia seriamente di chiudere, provocando un crollo occupazionale di enormi dimensioni”.

“La verità è che Siracusa non conta nulla a Roma, nonostante quasi tutti i partiti facciano parte della compagine governativa. Ecco perchè, a questo punto, non resta che la mobilitazione generale promossa dai sindacati dei lavoratori. Quella per salvare il Petrolchimico è una battaglia di tutti, non solo dei sindacati. Se non ora quando?” concludono i due esponenti del Pd.