Hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere molti degli indagati coinvolti nell’operazione antimafia denominata Agorà portata a termine dai carabinieri.

Le accuse di mafia

Sono 56 le misure cautelari emesse per i presunti esponenti delle famiglie mafiose del Catanese e del lentinese: tutti devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico e allo smercio di sostanze stupefacenti, numerose estorsioni pluriaggravate, illecita concorrenza, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di beni. Reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.

L’inchiesta

L’inchiesta, concentrata sulle cosche Santapaola-Ercolano, con base operativa a Catania, e sui clan di Caltagirone, Ramacca e Nardo di Lentini, ha messo in evidenza che, nonostante le precedenti operazioni antimafia, tra cui Chaos, i clan sarebbero riusciti a mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle estorsioni, del recupero crediti e della cessione di stupefacenti.

Le infiltrazioni nell’economia reale

Secondo l’accusa, è stata anche “accertata la capacità dei clan di infiltrarsi nell’economia lecita (nel settore dei trasporti su gomma e in quello dell’edilizia) e di influenzare i processi decisionali degli enti locali (come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone)”.

La nuova mappa del clan Nardo

Con il boss, Nello Nardo, sepolto dagli ergastoli, le chiavi della cosca di Lentini sarebbero stati in mano di Giuseppe Gentile, 70 anni, imprenditore dell’autotrasporto, storico braccio destro del capo, che è, però, deceduto per cause naturali nei giorni scorsi prima della vasta operazione dei carabinieri. Proprio i militari, nel febbraio scorso,  confiscarono i suoi beni, beni immobili e conti correnti per un valore di oltre due milioni di euro.

Gli uomini chiave

Uno degli uomini chiave del clan è per la Dda, Giuseppe Furnò, chiamato “u pupu” o “u pupiddu” che, stando alle intercettazioni, sarebbe stato il successore di Pippo Gentile, reggente del clan fino all’aprile del 2016. Sarebbe stato lui, per gli inquirenti, ad affidare la gestione della cosca ad Antonino Guercio (difeso dall’avvocato Fabio D’Amico) Gli altri esponenti della cosca Nardo sarebbero: Salvatore Giarrusso, referente del clan a Vizzini. Francesco Gattuso, ora collaboratore di giustizia, sarebbe stato incaricato da Guercio per la droga e le estorsioni a Scordia.