• Prima udienza del processo per una estorsione ad un commerciante siracusano
  • A giudizio due esponenti del clan Nardo ed un palermitano
  • La vittima vive in un località segreta

Si è costituita parte civile nel processo per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un commerciante di Siracusa Libera impresa, l’associazione che riunisce commercianti, imprenditori ed artigiani contro il racket e l’usura.

Clan Nardo

Il procedimento giudiziario vede alla sbarra Adelfio De Luca, 47 anni, Salvatore Salamone, 51 anni, entrambi di Lentini  ritenuti dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania esponenti del clan Nardo di Lentini,  e Agostino Affatigato, 61 anni, palermitano. Per tutti quanti l’accusa è di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di commerciante siracusano, Marco Montoneri, testimone di giustizia che vive in una località segreta.

Nella prossima udienza, che si terrà a novembre, il pm interrogherà gli investigatori, coloro che hanno compiuto le indagini

La vicenda

Secondo quanto emerge nell’inchiesta, coordinata dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania, il commerciante, nel 2012, ricevette nella sua concessionaria di auto e moto, a Siracusa, la visita dei due lentinesi che, facendo valere il peso della loro appartenenza alla cosca del boss Nello Nardo, lo avrebbero costretto a cedere al sessantunenne palermitano una macchina, una Bmw X5 del valore di 16 mila euro.

Per gli inquirenti, il rivenditore di auto dovette “rinunciare a riscuotere il prezzo, procurando ad Affatigato un ingiusto profitto con corrispondente danno patrimoniale di Montoneri”.

L’altro processo per estorsione

Il commerciante avrebbe subito pure le pressioni del clan Bottaro-Attanasio, che opera a Siracusa, denunciate ai magistrati e culminate con il rinvio a giudizio per Luciano De Carolis e Andrea Fortuna. Da quanto emerge dalle indagini, coordinate dai pm Alessandro La Rosa e Alessandro Sorrentino, i due imputati avrebbero sottratto uno scooter, uno Scarabeo 50.

La difesa di De Carolis, assistito dall’avvocato Sebastiano Troia, ha rigettato la tesi della Procura di Catania, affermando che il suo assistito non è mai entrato in possesso di quello scooter.