“Abbiamo presentato istanza di scarcerazione in modo che possa curarsi a casa”. Lo afferma Junio Celesti, l’avvocato di Angelo Monaco, 63 anni,  ritenuto dai magistrati della Dda di Catania il reggente del clan Trigila di Noto, ristretto in carcere, nel penitenziario di Terni, ma risultato positivo al Covid19.

Stamane è saltata l’udienza alla Corte di Assise di Siracusa dove  è in corso il processo Vecchia Maniera, per cui è imputato il sessantatreenne, che avrebbe dovuto collegarsi in videoconferenza. “Non ci sono le condizioni – ha detto l’avvocato Junio Celesti – per la sua permanenza in carcere, a causa delle condizioni di salute”.

Nel carcere di Terni, diventato un vero focolaio con 55 detenuti positivi, c’è un altro siracusano, Giuseppe Crispino, anche lui affetto dal Covid19.  Il suo legale, Antonino Campisi, ha chiesto la scarcerazione. “Ho già scritto al Presidente della Repubblica ed al ministro della Giustizia. Il mio assistito si trova in isolamento in un padiglione ma non ci sono le condizioni adeguate per le cure, inoltre, come in un documento dell’Asp, soffre di un problema polmonare”.

In merito alle vicende giudiziarie di Angelo Monaco, in un altro procedimento, è stato condannato, in primo grado,a 9 anni di carcere, in quanto accusato di essere il mandante dell’intimidazione  all’azienda Roma costruzioni, la ditta che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti a Noto, a cui avrebbe voluto imporre l’assunzione di due persone,  tra cui  un parente dello stesso Monaco. E di fronte al rifiuto della vittima, l’imputato avrebbe dato ordine di dare fuoco ai mezzi dell’impresa, servendosi della collaborazione di due complici, Giuseppe Casto e Pietro Crescimone, la cui posizione è stata stralciata ed affrontata in un altro procedimento giudiziario. L’inchiesta, coordinata dai magistrati della Dda di Catania, è stata condotta dalla polizia e dai carabinieri e venne denominata Piazza Pulita.

Nello stesso processo di Monaco è imputato anche Antonino Rubbino, condannato a due anni e due mesi di reclusione, lo è stato   Vincenzo Guglielmino, 63 anni, imprenditore, rappresentante legale della “G.V. Servizi Ambientali srl” ed anche direttore tecnico della “E.F. Servizi Ecologici srl”, società che gestiscono il servizio di raccolta rifiuti in diversi comuni siciliani, colui che, secondo la polizia e la Guardia di finanza, si sarebbe presentato alla vittima come intermediario di Angelo Monaco. Guglielmino, però, è deceduto nel dicembre del 2018.