Un barcone con 369 migranti a bordo è stato soccorso nella notte a 38 miglia a sud-est delle coste Siracusane da unità navali della guardia costiera e di Frontex.
Le persone salvate sono state portate in porti diversi: 230 a Pozzallo (Ragusa), con nave De Grazia della Guardia costiera, 77 a Portopalo di Capo Passero (Siracusa) con la motovedetta Cp 304, e 62 a Catania con nave Rio Arlanza di Frontex.
Le operazioni di soccorso, coordinate dalla sala operativa della capitaneria di porto di Catania, sono state molto complesse per le avverse condizioni meteo. Per fare fronte al mare forza 4-5, sono state fatte intervenire in appoggio anche tre navi mercantili che hanno fatto da ‘muro’ per attenuare la violenza delle onde.
Non si fermano i viaggi della speranza verso la Sicilia. Il 22 settembre, la nave ong Open Arms Uno con 402 migranti, dei quali 286 uomini, 31 donne, 85 minori è approdata al molo Norimberga di Messina. I profughi erano provenienti da Sudan, Siria, Eritrea, Egitto, Pakistan, Etiopia, Somalia.
Il 20 settembre 35 migranti sono sbarcati sulla costa del Siracusano. L’imbarcazione con gli stranieri, di probabile origine del Bangladesh, è approdata sul litorale di Ognina, zona balneare a sud di Siracusa: i migranti sono stati intercettati poco dopo dalle forze dell’ordine.
Tutti quanti sono stati trasferiti a Portopalo di Capo Passero per le operazioni di identificazione, frattanto è stata aperta un’inchiesta per svelare se tra gli stranieri ci sono minori.
Sono 28 i migranti soccorsi da un mercantile liberiano nei giorni scorsi al largo della Libia e sbarcati il 12 settembre a Pozzallo. I profughi hanno riferito che sei migranti siriani che viaggiavano con loro sarebbero morti sul barcone presumibilmente di fame e di sete. La notizia era stata diffusa dall’Unhcr.
“E’ inaccettabile – aveva detto la rappresentante dell’Unhcr in Italia Claudia Cardoletti -. Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”.
Le vittime e i sopravvissuti, aveva spiegato l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, si trovavano su un barcone alla deriva da diversi giorni nel Mediterraneo centrale, prima che a soccorrerli arrivasse una nave della Guardia Costiera italiana. Oltre a due bambini, sarebbero morti un dodicenne e tre donne tra cui la nonna e la madre di alcuni bimbi che invece sono sopravvissuti.
“Si pensa che siano morti di fame e di sete” aveva ribadito l’Unhcr esprimendo le condoglianze ai familiari delle vittime e ricordando che nel 2022 sono oltre 1.200 le persone che sono morte e risultano disperse nel tentativo di traversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa.
(foto di repertorio)