- La testimonianza di uno dei migranti sgomberati dalle case del Borgo antico di Cassibile, a Siracusa
- I braccianti cacciati da quelle case sono in possesso dei permessi di soggiorno
- La Uil lancia l’allarme sul fenomeno del caporalato
- Il parlamentare regionale di Italia Viva Cafeo invita i sindaci del Siracusano ad affrontare il problema
E’ uno dei trenta migranti sgomberati dalle forze dell’ordine dalle case abbandonate del Borgo antico di Cassibile, a sud di Siracusa. E’ stato accolto, insieme agli altri stranieri, da un imprenditore siracusano che ha messo a disposizione il suo agriturismo.
La struttura si trova a chilometri di distanza dall’azienda agricola in cui lavora come bracciante ma non disponendo di un mezzo privato, per non parlare dell’assenza del trasporto pubblico, ha deciso di andarsene e tornare in Puglia. Il migrante, in possesso del permesso di soggiorno, non appena raccoglierà i soldi, si recherà nella stazione ferroviaria di Siracusa e saluterà la Sicilia.
La testimonianza
“Lui ha un permesso di soggiorno, così come tutti gli altri – spiega a BlogSicilia un testimone, amico dell’imprenditore – ed era venuto a Siracusa per lavorare come bracciante agricolo nella zona di Cassibile. Sono ospiti in questa struttura, che, però, si trova a parecchi chilometri di distanza dall’azienda presso cui presta servizio, per cui, non essendoci mezzi pubblici che coprono questa tratta, recarsi nei campi è praticamente impossibile. Dovrebbero percorrere ogni giorno circa 20 km, da qui la decisione di uno di questi migranti di andare via”.
Allarme caporalato
“Da Cassibile, dalla Sicilia, vengano sgomberati i negrieri del caporalato. Per le vittime di queste nuove schiavitù
chiediamo invece lavoro dignitoso, sicurezza, accoglienza, rispetto. Lontano da ghetti e tuguri dove ogni giorno la dignità è calpestata, la vita minacciata” è l’appello lanciato da Luisella Lionti, segretaria organizzativa della Uil Sicilia e commissaria della Uil Siracusa-Ragusa-Gela, e i segretari generali della Uila Sicilia e Siracusa, Nino Marino e Sebastiano Di Pietro.
La posizione della Prefettura
In merito alla situazione degli alloggi, il prefetto di Siracusa, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera alle associazioni datoriali per sensibilizzare gli imprenditori agricoli a garantire gli alloggi ai braccianti stranieri che sono assunti nelle loro aziende, così come prevede la legge.
“Dialogo con tutti i sindaci”
Il parlamentare regionale di Italia Viva, Giovanni Cafeo, ha lanciato una proposta, quella di un incontro tra tutti i sindaci dei Comuni per evitare che Cassibile porti sulle sue fragili spalle il peso di un problema complesso come quello della sistemazione dei braccianti. “Aver sgomberato – dice Cafeo – decine di lavoratori stagionali da Cassibile senza aver prima garantito a queste persone un ricovero sicuro e dignitoso non è stata la scelta migliore, ma è chiaro che per risolvere questa situazione è necessario un intervento comune che coinvolga non soltanto la Prefettura o il
Comune di Siracusa, ma anche i comuni dove i lavoratori prestano effettivo servizio, come Avola, e soprattutto i datori di lavoro”.
Razzismo
Secondo il parlamentare regionale di Italia Viva, “il tema è abbastanza delicato, considerata la provenienza straniera della maggior parte dei lavoratori, perché offre il fianco a posizioni più o meno velatamente razziste – continua Cafeo – e per questo particolarmente odiose e inaccettabili, portate avanti da capi-popolo sulle cui simpatie politiche legate a certa destra xenofoba ci sono davvero pochi dubbi”.
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