• Si dovrà celebrare un nuovo processo in Appello per le minacce al giornalista Paolo Borrometi
  • L’imputato era stato condannato ma senza l’aggravante mafiosa
  • Francesco De Carolis è fratello di un esponente di una cosca siracusana
  • E’ stata la Cassazione a disporre un processo bis

Ci sarà un nuovo processo d’Appello nei confronti di Francesco De Carolis, 44 anni, siracusano, accusato di tentata violenza privata ai danni del giornalista Paolo Borrometi, vicedirettore dell’AGI.

Minacce al giornalista

L’imputato, circa un anno fa venne condannato  a 2 anni e 4 mesi di carcere ma con l’ esclusione dell’aggravante del metodo mafioso come, invece, aveva sentenziato 12 mesi prima la Corte di Assise di Siracusa, emettendo una sentenza a 2 anni ed 8 mesi. I giudici della Cassazione, come riportato dal Corriere della Sera, hanno disposto il rinvio in Appello, per cui si dovrà celebrare un nuovo processo.

La vicenda

Una vicenda giudiziaria nata il 25 novembre del 2017 con l’arresto compiuto dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa  dopo le minacce dell’imputato contenute nei file audio inviati su messanger al giornalista, autore di un’inchiesta sul sito laspia nei confronti del fratello Luciano De Carolis, ritenuto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia un esponente della cosca siracusana Bottaro-Attanasio. Nel novembre del 2007, Luciano De Carolis fu arrestato, insieme ad altre 69 persone, al termine dell’operazione Terra Bruciata, portata a termine dalla polizia, dai carabinieri e dalla Guardia di finanza che alzò il velo su un giro di estorsioni e di droga gestito della consorteria mafiosa siracusana “…Appena vedo di nuovo la mia faccia, di mio fratello che oggi è la corona della mia testa, in un articolo tuo, ti vengo a cercare  fino a casa e ti massacro. E poi denunciami sta minchia, con le mani non c’è il carcere… te lo dico già subito“ è il contenuto delle minacce arrivate a Borrometi.

La difesa dell’imputato

“Confermo di aver inviato i messaggi a Borrometi – aveva detto in aula alla Corte di Assise l’imputato – ma ho agito di pancia, non ho contato fino a dieci. Nella mia vita non  ho mai fatto male a nessuno, non ho mai commesso reati contro la persona”