Diffamazione aggravata. Erano stati gravi gli insulti che aveva rivolto al giornalista Paolo Borrometi, vicedirettore dell’AGI, che lo hanno portato a patteggiare la pena a 4 mesi di reclusione. Si tratta dell’avolese Sebastiano Casto, con precedenti penali. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Casto avrebbe diffamato Borrometi commentando degli articoli pubblicati sul sito Laspia.it – di cui il giornalista è direttore – e che riguardavano il sostegno delle ‘famiglie mafiose’ ad alcuni candidati alle elezioni di Avola, articoli che risalgono a settembre 2017. Sul patteggiamento a 6 mesi, ridotto a 4 per la scelta del rito alternativo ha prestato consenso il pm Sonia Vizzini. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico presso il Tribunale di Ragusa, Laura Ghidotti.

Nel giugno scorso, i giudici della Corte d’Appello di Catania hanno riformato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ragusa che aveva condannato ad un anno e 10 mesi di reclusione Giovan Battista Ventura, 61 anni, indicato dai magistrati della Dda di Catania come boss di Vittoria per minacce di morte e tentata violenza privata ai danni del giornalista Paolo Borrometi con l’aggravante della recidiva ma senza l’aggravante del metodo mafioso. “Ti scippo la testa anche dentro la questura”, aveva minacciato  Ventura, in uno dei tanti episodi contestati. I pentiti di mafia Giuseppe Pavone, Giuseppe Doilo e Rosario Avila avevano confermato lo spessore criminale di Ventura, definito “u’ziu, quello che comanda a Vittoria”.

Il giornalista Paolo Borrometi ha subito altre intimidazioni anche nel Siracusano e ci sono state anche delle condanne, come quella di Francesco De Carolis, fratello di Luciano De Carolis, detto Ciano u nanu, indicato come un esponente di spicco del clan Bottaro-Attanasio, mentre è in corso al palazzo di giustizia di Siracusa il processo nei confronti di Salvatore e Gabriele Giuliano, padre e figlio, ritenuti dai magistrati della Dda di Catania come esponenti di un gruppo criminale con base a Pachino legato al clan mafioso Trigila di Noto.