Assoluzione per due degli imputati, Roberto De Simone, 29 anni, e Davide Greco, 32 anni, sotto processo per l’ omicidio di Alessio Boscarino, ammazzato a colpi di pistola nella notte tra il 3 ed il 4 dicembre del 2016 in via Tasso, a Priolo. 

Queste le richieste della difesa formulate ai giudici della Corte di Appello di Catania mentre diversa è la situazione per l’altro imputato Christian De Simone, 36 anni, che si è autoaccusato del delitto, per il quale gli avvocati hanno paventato un eccesso colposo di legittima difesa.

Ergastolo in primo grado

I tre imputati, assistiti dagli avvocati Puccio Forestiere, Sebastiano Troia ed Antonio Zizzi, in primo grado, sono stati condannati all’ergastolo, pena che i magistrati  della Procura di Siracusa, Gaetano Bono e Tommaso Pagano, al termine della requisitoria, hanno chiesto di confermare. Secondo l’accusa, il delitto sarebbe da ricondurre ai dei contrasti legati al traffico di droga a Priolo.

La svolta

Christian De Simone aveva sempre negato di essere stato l’autore dell’omicidio ma la svolta clamorosa al processo è arrivata nei mesi scorsi quando ha deposto un collaboratore di giustizia, Sebastiano Sardo, ex appartenente al clan Cappello di Catania, che ha ricordato di aver incontrato Christian De Simone poco dopo il delitto. Il pentito ha detto che il 36enne, stando al suo racconto, avrebbe ucciso Boscarino in un gesto d’impeto per le minacce di morte ai familiari di De Simone ed il danneggiamento di un’auto.

La confessione di De Simone

In effetti,  Christian De Simone, ha poi confermato la ricostruzione del pentito  ed ha fatto ritrovare l’arma usata nell’omicidio, rinvenuta dagli agenti del commissariato di Priolo in una zona di campagna di Priolo.

La lite con la vittima

Ci sarebbe stata una lite tra i due e, secondo la tesi dell’imputato, il pericolo per l’incolumità per la moglie lo avrebbe spinto ad armarsi e sparare alla vittima, affermando, contestualmente, che il fratello e Greco avevano provato a fermarlo.

“False dichiarazioni del pentito”

I pubblici ministeri di Siracusa hanno anche chiesto un procedimento giudiziario per false dichiarazioni nei confronti di un collaboratore di giustizia, Sebastiano Sardo, ex appartenente al clan Cappello di Catania.