L’Asp di Siracusa ha ridotto il personale infermieristico nel reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Trigona di Noto e così il rischio che il servizio subisca contraccolpi con conseguenze per i pazienti è elevato.

Lo denuncia il deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo, autore un’interrogazione parlamentare al presidente della Regione ed all’assessore regionale alla Salute, per sollecitare il Governo dell’isola “ad assicurare la necessaria dotazione organica ad Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Noto, al fine di garantire la copertura del servizio e la sua piena funzionalità”.

I numeri attuali in Ortopedia

“Il reparto di Ortopedia e Traumatologia di Noto – dice Cafeo – è composto da 12 unità più un coordinatore per la degenza, a fronte di 14 posti letto, 3 unità a servizio dell’attività ambulatoriale e 6 per complesso operatorio/sala gessi”.

Cosa prevede la nuova pianta organica

“ La nuova pianta organica prevede 10 infermieri oltre un coordinatore, insufficiente anche alla copertura dei soli turni di reparto”.

Il parlamentare regionale della Lega chiarisce che l’attuale organico consente di coprire il servizio in caso di assenze del personale per via delle ferie, per aggiornamenti professionali, oltre al fatto che ci sono sanitari che usufruiscono di congedi legati alla ex 104.

Reparto copre intera zona sud

“L’offerta sanitaria – dice il deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo – del reparto di Ortopedia e Traumatologia, facente parte dell’ospedale unico Avola-Noto,  è di importanza fondamentale per un vasto bacino di utenza nell’area meridionale della provincia di Siracusa e l’efficiente servizio reso ha consentito di azzerare la mobilità in uscita di pazienti per le prestazioni di competenza della specialistica”.

I fondi del PNRR sulla sanità

Frattanto, l’assessore regionale Ruggero Razza ha già pronta una bozza per il piano che dovrà ridisegnare la sanità siciliana. In ballo ci sono qualcosa come 800 milioni di euro che transiteranno attraverso il Pnrr, il piano nazionale di resilienza che con sé porta una vagonata di soldi.

Il piano

Per la precisione in questa bozza il finanziamento richiesto riguarda 146 case di comunità e 39 ospedali di comunità. Le prime sarebbero strutture polivalenti che racchiudono funzioni dell’assistenza primaria, garantendo la continuità assistenziale, anche specialistica, e le attività di prevenzione. Le seconde invece sono strutture residenziali in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata. In pratica un apparato riservato a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio sanitari.